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Dopo la protesta, per la Terina arrivano 420mila euro

LAMEZIA TERME Dopo l’incontro con il direttore generale del dipartimento “Presidenza”, il professor Antonio Viscomi, sulla vertenza della Fondazione Terina potrebbe tornare, almeno parzialment…

Pubblicato il: 30/06/2015 – 10:01
Dopo la protesta, per la Terina arrivano 420mila euro

LAMEZIA TERME Dopo l’incontro con il direttore generale del dipartimento “Presidenza”, il professor Antonio Viscomi, sulla vertenza della Fondazione Terina potrebbe tornare, almeno parzialmente, il sereno. Lo spiega Fortunato Lo Papa, sindacalista della Cisl che ha partecipato alla protesta di questa mattina (quando i dipendenti sono saliti sul tetto) e anche all’incontro con il dg in via Massara, a Catanzaro. «Viscomi, per conto di Mario Oliverio, ci ha assicurato che nei prossimi giorni saranno messi a disposizione dei lavoratori 420mila euro, utili a coprire almeno cinque mensilità». Ma gli stipendi arretrati non sono l’unica questione aperta: «Abbiamo calendarizzato un incontro per il prossimo 10 luglio: servirà ad attivare un tavolo di coordinamento con i sindacati per arrivare all’attuazione della riforma dell’ente». Che è già stata votata in consiglio regionale ma è rimasta in un cassetto: «Colpa – dice ancora Lo Papa – di questa politica distratta, che non ha fatto nulla per lenire le sofferenze dei dipendenti». Lo stato d’agitazione, però, rimane. Anche se il rientro nell’area industriale di Lamezia della delegazione che ha incontrato Viscomi a Catanzaro dovrebbe “convincere” i lavoratori a scendere dal tetto. 

 

LA PROTESTA DI QUESTA MATTINA Dopo la “minaccia” di innalzare il livello dello scontro, i lavoratori della Fondazione Terina, questa mattina, sono saliti sul tetto del Centro agroalimentare per protestare contro «l’incapacità della politica» e uno stato di disagio che va avanti da due anni. Sono in stato d’agitazione permanente: chiedono che il governo regionale garantisca loro le sette mensilità arretrate che gli spettano e che si dia da fare per attuare la riforma della Fondazione. Una riforma che è stata votata all’unanimità dal consiglio regionale nello scorso mese di maggio e poi riposta in un cassetto. «La soluzione è nella legge stessa», spiegano i 36 dipendenti in protesta. Che, «da oltre due anni», lavorano «in una situazione di illegalità, nonostante la legge preveda un riordino delle attività e l’assorbimento in altri enti di una parte cospicua dei dipendenti». I lavoratori chiedono la firma di un protocollo con i sindacati per l’attuazione della riforma e il pagamento degli arretrati. Minacciano, se non saranno ascoltati, di bloccare i servizi dell’area industriale e di trasferire la protesta a Palazzo Alemanni.

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