LAMEZIA TERME È probabile che esistano due Galati: il politico sollecito e il presidente distratto. Pino1, ieri, ha detto che «occorre una presa di posizione determinata e concreta a favore dei 40 dipendenti della Fondazione Terina ai quali non sono state corrisposte sette mensilità di stipendio». Pino 2, da mesi, lascia senza stipendio i collaboratori della sua di fondazione, Calabresi nel mondo (Fcnm).
ARRETRATI «I lavoratori e le loro famiglie – ha detto poche ore fa il deputato lametino, subito dopo lo scoppio della protesta dei dipendenti di Terina – hanno diritto a un’esistenza serena e dignitosa. Da più di due anni a questa parte, invece, sono costretti a vivere nell’incertezza e nella completa prevaricazione dei loro sacrosanti diritti». Un po’ quello che è successo a Fcnm – organismo che ha lo scopo di promuovere azioni per lo sviluppo del sistema economico regionale in collaborazione con i vari network dei calabresi all’estero –, di cui Galati è sempre stato il deus ex machina.
Alcuni lavoratori a tempo, quelli contrattualizzati negli anni scorsi, avanzerebbero circa 4 mensilità, dal momento che non hanno percepito alcuna retribuzione dal settembre al dicembre 2014. Stesso copione anche per i nuovi arrivati, alle dipendenze della Fondazione dal febbraio 2015 ma già a corto di ossigeno per i mancati pagamenti. «È inammissibile che i lavoratori, periodicamente, siano costretti a vivere tali situazioni», si è indignato ieri il parlamentare in relazione agli stipendi non pagati dalla “Terina”. Dimenticando che i collaboratori della sua Fondazione vivono più o meno la stessa situazione. E non da ora.
NIENTE SOLDI La crisi di liquidità di Fcnm non è affatto una novità. L’ente annaspa da tempo, almeno dallo scorso autunno, quando le retribuzioni dei lavoratori a progetto hanno subìto un brusco stop.
Epperò, malgrado i co.co.pro. già in servizio reclamassero le loro spettanze, Galati – tra il 2 e il 6 febbraio scorsi – ha proceduto con una nuova infornata di contratti. In molti casi non confermando lavoratori che con Fcnm avevano pendenze ma reclutandone di nuovi. In organico sono stati inseriti 16 collaboratori, tutti in scadenza il prossimo dicembre. I loro compensi, come quelli di chi li ha preceduti, sono coperti da una sorta di segreto di Stato, malgrado la Fondazione di Galati goda dei finanziamenti della Regione che, di volta in volta, le affida i vari progetti.
LE ELEZIONI La sollecitudine occupazionale del deputato forzista ha una tempistica particolare. Emerge soprattutto in occasione delle elezioni. E le amministrative del 31 maggio vedevano tornare al voto proprio il feudo galatiano: Lamezia Terme, dove a vincere è stato poi Paolo Mascaro, il candidato sindaco supportato dal parlamentare azzurro.
STORIA CHE SI RIPETE L’anno scorso, invece, in occasione delle elezioni europee, Galati era attivissimo al fianco di quello che poi verrà ribattezzato “mister preferenze”, Raffaele Fitto, eletto a Bruxelles grazie a 284mila preferenze. Una valanga di voti a cui ha contribuito, almeno in parte, anche Pino1, il politico sollecito. Che al futuro “ricostruttore” ha assicurato il suo sostegno elettorale.
Fcnm, dal canto suo, pochi mesi prima del voto europeo (quello in cui non venne eletto il governatore calabrese uscente, Peppe Scopelliti) ha “assunto” un centinaio di collaboratori, tra dirigenti, segretari, esperti e assistenti. Solo ad aprile 2014, a un mese dalle elezioni del 25 maggio, i contratti sono stati 20. Ma il reclutamento più sostanzioso è circoscritto al periodo gennaio-marzo, con ben 51 nuovi contratti. In tutto si parla di 71 co.co.pro. contrattualizzati in 4 mesi.
Chi assume dovrebbe navigare in acque finanziarie tutt’altro che agitate. E invece i rubinetti della Fondazione si sono chiusi presto. Con i lavoratori, alcuni dei quali non riconfermati nel 2015, sempre più stretti nella morsa dell’indigenza economica.
Eppure Calabresi nel mondo è sempre stato un ente particolarmente munifico: lo aveva già detto la Corte dei conti, secondo cui dal 2012 al 2013 la Fondazione avrebbe speso circa 1,3 milioni per i suoi contratti di collaborazione, a cui si aggiungono 70mila euro per altri tipi di consulenze.
DRAMMA Altre epoche. I tempi delle vacche grasse sembrano finiti. Ora i dipendenti di Fcnm, quelli attuali e quelli non più in servizio, non hanno altra via che sperare di ricevere tutti gli stipendi arretrati.
Intanto, però, Pino2, il presidente distratto, preferisce guardare in casa d’altri: «Se a questo dato – ha sottolineato ieri – aggiungiamo la grave situazione, come nel caso dei dipendenti della Fondazione Terina, in cui vivono coloro i quali dovrebbero avere un lavoro stabile ma che, invece, sono costretti a sopportare disagi e inadempienze di ogni tipo, allora la situazione diventa drammatica». E anche un po’ grottesca.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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