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L'Unical contribuirà a salvare lo squalo elefante

ROMA Una rete da pesca dotata di sensori «per salvare lo squalo elefante» avviserà i pescatori e le autorità degli enti parco direttamente su tablet o smartphone delle possibili catture accidentali…

Pubblicato il: 01/07/2015 – 13:13
L'Unical contribuirà a salvare lo squalo elefante

ROMA Una rete da pesca dotata di sensori «per salvare lo squalo elefante» avviserà i pescatori e le autorità degli enti parco direttamente su tablet o smartphone delle possibili catture accidentali di un esemplare sempre più raro nel Mediterraneo e di altre grandi specie marine protette. La speciale rete da “posta” “Wireless marine multisensor system” è stata progettata dal Dimes dell’Università della Calabria, nell’ambito del progetto life+ iniziato nel 2011, “SharkLife”, promosso dalla Ue di cui Cts, Centro turistico studentesco e giovanile, è capofila, per la conservazione dei pesci cartilaginei nei mari italiani.

Si tratta di una classica rete a tramaglio modulabile con una boa Master e un numero variabile di boe Slave: la boa Master galleggiante raccoglie i dati e li trasmette attraverso la rete telefonica cellulare a un web server che rende disponibili le informazioni e il controllo del sistema tramite una pagina web anche con tablet o smartphone. Le boe Slave operano in fondali profondi (almeno 100 metri): contengono sensori connessi al modulo Master mediante un cavo che le alimenta e che rileva vibrazioni, profondità, intensità del suono e lo stato di trazione delle funi. «Lo squalo elefante spazia a varie profondità in cerca di plancton – spiega Calogero Pace, professore associato di elettronica del Dimes e ideatore del sistema – e può finire nelle reti, ora grazie al segnale di cattura può essere salvato entro 2 o 3 ore dando il tempo di intervenire». Sono stati realizzati 3 prototipi che saranno ancora utilizzati dai pescatori che hanno partecipato al progetto nei Parchi Nazionali dell’Asinara e di La Maddalena. Pace sottolinea che «i pescatori hanno trovato le reti utilizzabili, ci hanno aiutato per la messa a punto, il progetto è stato ben accolto». «È previsto uno sviluppo, con altre funzionalità: altri dati scientifici per salvare grandi pesci e per un uso commerciale, come antifurto e per capire se la rete ha pescato». «Applicare l’elettronica alla mia passione per il mare, – conclude – è stata la realizzazione di un sogno».

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