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Rapporto Bankitalia, si può sperare

È una delle rare volte che il rapporto della Banca d’Italia apre il cuore alla speranza. Non che tutto sia rose e fiori, ma l’inizio dell’arcobaleno – come pare – si incomincia a intravedere. Picco…

Pubblicato il: 01/07/2015 – 11:24

È una delle rare volte che il rapporto della Banca d’Italia apre il cuore alla speranza. Non che tutto sia rose e fiori, ma l’inizio dell’arcobaleno – come pare – si incomincia a intravedere. Piccoli segni, certamente, ma che possono diventare, man mano che passa il tempo e aumenta l’impegno politico, amministrativo e imprenditoriale, di maggiore consistenza. Secondo il rapporto di Bankitalia ci sono tre indicatori che possono essere tenuti presenti: l’avvio delle nuove imprese “start-up”, il tasso di occupazione che, anziché diminuire, come una formichina comincia a salire, lo stesso prodotto interno lordo che comincia a muoversi positivamente.
Luisa Zappone che, lasciata la terra di Cilea, è approdata alla direzione delle filiale regionale di Catanzaro dell’istituto di credito per eccellenza, ha avuto un “incipit d’effetto”. Ci siamo lasciati alla spalle anni di crisi molto intense, mentre già nel 2014 si sono incominciati adintravedere segnali positivi, soprattutto per quanto concerne l’occupazione. E questo fa tornare il sorriso a tutti i calabresi, ma in particolare ai giovani che vivono il peggiore momento della loro vita professionale, alla quale, a dire il vero, aspirano, intasando mail e uffici postali con curriculum, ai quali assai raramente arrivano risposte. Secondo Luisa Zappone e il responsabile del Nucleo per la ricerca economica della filiale di Catanzaro, si coglie «un fermento nel mondo imprenditoriale, che vien fuori dal saldo, oggi positivo, tra cessazioni e nuove iscrizioni».
E le start-up? Stanno venendo fuori aziende innovative nel campo dell’informatica, quindi del futuro, nella comunicazione e nei servizi. Ma c’è di più. Il confronto tra tasso di disoccupazione e tasso di occupazione, secondo il rapporto della Banca di Visco, dà segnali che non scoraggiano come avvenuto in passato. È finalmente diminuito, rispetto al dato nazionale e a quello del Mezzogiorno. Certo la “questione giovanile” pesa e non poco perché raggiunge il 42 e passa per cento di disoccupazione. Sia per gli uomini, col 21,5% che per le donne col 26,5. In fondo al tunnel, però, si intravede la crescita degli occupati. C’è una lievissima ripresa. Insomma c’è una battuta d’arresto rispetto al 2013. Deo gratias! La crescita, lieve, è stata dello 0,9 per cento. Come dire che gi occupati sono cresciuti dello 0,9%.
Conta molto, hanno ribadito i responsabili della Banca d’Italia, il titolo di studio. Anche se molti, ancora, stentano a crederci, al punto da abbandonare gli studi e vivere attendendo non si sa cosa (della manna del cielo, abbiamo, più volte, parlato) l’occupazione è in calo per chi ha la semplice licenza media, mentre chi ha conseguito la laurea ha avuto un incremento occupazione del 4%. Non si comprende bene perché il tasso di occupazione più elevato si sia registrato in provincia Catanzaro, mentre le altre province registrano tassi minori. Si parla sempre di lavoro dipendente.
Un altro dato, non meno significativo, venuto fuori dal rapporto, è che il credito alle medie e grandi imprese si è ulteriormente ridotto, salvo che per la clientela meno rischiosa. I tassi medi di interesse sono scesi, pur restando superiori ai tassi del resto del Paese. C’è pure da rilevare che il numero di banche presenti in regione con almeno uno sportello si è ridotto di tre unità. Un plauso è venuto, da Bankitalia, al sistema delle Banche di credito cooperativo che costituiscono un grande sollievo per le piccole imprese locali.
Un’altra conferma dolente viene dalla diminuzione del traffico dei container a Gioia Tauro. Il 3,8% in meno secondo i dati dell’Autorità portuale. Di contro, nonostante il costo dei biglietti, sono cresciuti i passeggeri in transito negli aeroporti calabresi. Male, invece, sempre secondo il rapporto della Banca d’Italia, l’andamento del turismo. Il rapporto ha parlato di «matrimonio sull’orlo di una crisi di nervi». E questo perché, secondo i dati del sistema informativo turistico della stessa Regione, si è registrata una flessione del 3%. Sia nella componente italiana che in quella straniera. Note dolenti anche per le esportazioni. Non è andato meglio per l’agricoltura. Quest’ultimo settore è in pre-agonia. Non si riesce più a recuperare le spese di coltivazione. Nessuno può intervenire, per esempio, su anticrittogamici, spese di energia elettrica, concimi? La gente spera nella Regione. E ha ragione di sperare. Altrimenti il balletto delle cifre sarà sempre ballerino. Ed è quello che nessuno può consentirsi. Per vivere.

 

*Giornalista

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