ROMA Un incontro di pochi minuti lontano da occhi indiscreti. Seduti su un divanetto del Transatlantico ieri, attorno all’ora di pranzo, si sono ritrovati Mario Oliverio e Giuseppe Graziano. Poche battute tra i due, ma sufficienti per suggellare un patto di non belligeranza. Si narra, infatti, che il consigliere regionale della Casa della libertà avrebbe assicurato al governatore che nessun passo indietro ci sarà sul “no” alla richiesta di referendum che Forza Italia vorrebbe depositare.
Graziano avrebbe spiegato senza troppi giri di parole che non è sua intenzione mettere i bastoni tra le ruote a Oliverio nella formazione della nuova giunta. Ciò non significa abdicare al ruolo di opposizione in consiglio regionale, perché «è sul merito dei problemi» che, avrebbe assicurato Graziano, «misureremo» le capacità amministrative del governatore e del suo esecutivo.
Dunque, la strada referendaria percorsa finora da Forza Italia può anche messa in archivio. Con buona pace dei falchi che ancora non disperano di trovare all’ultimo giorno utile le firme necessarie da presentare a Palazzo Campanella.
Già, perché con Graziano c’è anche Ennio Morrone. Il consigliere regionale azzurro non cambia idea rispetto a quanto ripetuto nelle ultime settimane ovvero che il referendum in questa fase non è la priorità per i calabresi. A conti fatti, le firme certe sarebbero sei. Una in meno della soglia necessaria per impugnare davanti agli elettori il nuovo Statuto.
L’apertura dei due nei confronti della maggioranza di centrosinistra potrebbe produrre qualche vantaggio nel breve termine. In ballo c’è sempre la presidenza della commissione di Vigilanza del Consiglio, che Oliverio ha assicurato di volere riconoscere a un esponente della minoranza. Senza referendum, il dialogo appare più in discesa.
an. ri.
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