REGGIO CALABRIA Il sindacato dei medici Anaao-Assomed passa all’attacco sulla vicenda Cardiochirurgia, chiedendone la sua autonomia rispetto all’Università di Catanzaro. Nel mirino c’è soprattutto il commissario dell’Azienda ospedaliera reggina, Frank Benedetto. «Che diritto ha lei di regalare la gestione di una unità operativa costata decine di milioni del bilancio della nostra Azienda all’Università Magna Graecia di Catanzaro? Lo sa che con tale investimento si sarebbe potuta migliorare grandemente l’Azienda nel suo complesso?», scrive il segretario aziendale e consigliere nazionale Gianluigi Scaffidi in una lettera indirizzata, oltre che allo stesso Benedetto, anche al governatore Oliverio, al sindaco di Reggio Falcomatà, al presidente della Provincia Raffa, al dg del dipartimento Tutela della salute Fatarella e ai consiglieri comunali.
Il secondo aspetto controverso – a parere di Scaffidi – riguarda il metodo utilizzato per l’attivazione della Cardiochirurgia, «laddove di fronte a un bando di concorso pubblico relativo alla direzione della unità operativa, con domande già presentate, lei (si rivolge a Benedetto, ndr) ha preferito la formula della convenzione con l’Umg che da sempre – come denunciato dall’ex direttore della stessa unità operativa di cardiochirurgia dell’Umg – è sprovvista del fondamentale requisito di legge che impone l’esistenza di una terapia intensiva dedicata. Cosa che lei sa benissimo. Domanda: che affidabilità può dare l’Umg considerato il su descritto gravissimo comportamento?».
«Tralascio, al momento – continua il segretario Anaao-Assomed –, la carenza di altri requisiti di legge, da lei conosciuti, che dovrebbero indurla ad una maggiore prudenza riguardo il rapporto con l’Umg. Peraltro, nel nostro ospedale abbiamo già esperienza di una collaborazione con l’Umg che lei stesso e i suoi più stretti collaboratori avete definito “non brillante” (ho tradotto il concetto in eufemismo) per la nostra Azienda».
«FATTO GRAVISSIMO» Scaffidi ribadisce che «la mancanza della terapia intensiva dedicata, affermata da dichiarazioni pubbliche del precedente direttore della Cardiochirurgia universitaria, è un fatto gravissimo che va contro la sicurezza dei pazienti e lei, da buon cardiologo, non può non essere al corrente dei rischi connessi. Ripeto: quale affidabilità?».
Il terzo aspetto sottolineato dal rappresentante aziendale Anaao riguarda il nominativo del prescelto, «il cui curriculum è certamente buono e migliore di tanti altri ma non è da escludere che altri curricula possano essere migliori di questo. Perché allora non attivare il concorso pubblico che potrebbe garantire la migliore scelta tra i migliori candidati e accettare un nome imposto da altri senza alcuna comparazione inter pares e, con grande sprezzo della correttezza e del suo ruolo di responsabile dell’Azienda di Reggio Calabria, comunicatole per telefono? O, da buon conoscitore del settore, ha già deciso che coloro che hanno già presentato domanda per direttore della Cardiochirurgia siano tutti meno affidabili del nominativo impostole dall’Università?».
TUTORAGGIO «Qualcuno, però – aggiunge –, ha già benedetto l’operazione affermando: “L’accordo tra l’Università e il commissario Scura per avviare, finalmente, il Centro cuore a Reggio mi sembra carico di buon senso. La supervisione della facoltà di Medicina è anche una garanzia per i pazienti che saranno trattati nella città dello Stretto”. Premesso che, personalmente, ritengo che la nostra Azienda non abbia alcun bisogno della supervisione e del tutoraggio di questa Università e che il commissario dell’Azienda di Reggio non è minimamente citato, prendo atto che l’autorevole parere proviene dal sindaco. Peccato, però, non si tratti di Falcomatà, bensì del sindaco Abramo di Catanzaro. Il che la dice ancora più lunga sulla bontà della sua scelta-regalo».
«In conclusione – conclude Scaffidi –, ove la sua scelta-regalo sia avvenuta su basi di autonomia gestionale le chiedo di ripensarci e attivare le procedure concorsuali pubbliche al fine di individuare il miglior candidato che possa ricoprire il ruolo di direttore della nostra Cardiochirurgia. Se, invece, la scelta deriva da una imposizione dichiari pubblicamente chi, come e perché stia tentando di scippare la cardiochirurgia alla legittima appartenenza dell’Azienda favorendo l’inizio della colonizzazione del nostro ospedale da parte delle baronie universitarie di Catanzaro».
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