ROMA «Enza Bruno Bossio esca dalla commissione Antimafia, dopo la notizia di finanziamenti alla deputata Pd da parte di società finite nel mirino della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro». Lo chiedono i membri M5S della Commissione antimafia e i parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle, anche con una lettera indirizzata al capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, e al presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, in cui è riassunta tutta la vicenda.
«Riace srl e Centro clinico San Vitaliano srl, nel 2014 confiscate dalla Direzione investigativa antimafia catanzarese, hanno finanziato la campagna elettorale della Bruno Bossio. Le due società sono state “ritenute riconducibili all’imprenditore Pietro Citrigno, condannato in via definitiva a quattro anni ed otto mesi di reclusione per usura aggravata al termine dell’indagine denominata Twister”. Sono fatti che richiedono un’azione decisa da parte dei vertici Pd nella rimozione della Bruno Bossio». La notizia che costituisce lo spunto per l’interrogazione dei parlamentari è stata pubblicata ieri sul Corriere della Calabria, che ha svelato gli omissis nella dichiarazione fornita dalla parlamentare riguardo ai soggetti che hanno finanziato la sua campagna elettorale nel 2013.
I parlamentari M5S hanno preparato a riguardo anche un’interrogazione al governo, per l’acquisizione di ulteriori elementi. «La deputata Bruno Bossio – sostengono – lasci spontaneamente la Commissione parlamentare Antimafia, anche perché in audizione sminuì il valore d’inchiesta di importanti dichiarazioni di Luciano Regolo, sentito sul caso della mancata uscita del quotidiano L’Ora della Calabria, allora edito proprio da Citrigno». «In ogni caso – precisano i 5 Stelle – il Pd deve assumere rapidamente una posizione a garanzia dell’indipendenza e quindi della credibilità commissione Antimafia».
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