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ACHERUNTIA | Trafugato il verbale di un pentito

CATANZARO Le indagini svolte nel corso dell’operazione Acheruntia – messa a segno ieri dalla Dda di Catanzaro e dal reparto operativo dei carabinieri di Cosenza – presentano nuovi risvolti. Tante l…

Pubblicato il: 08/07/2015 – 13:17
ACHERUNTIA | Trafugato il verbale di un pentito

CATANZARO Le indagini svolte nel corso dell’operazione Acheruntia – messa a segno ieri dalla Dda di Catanzaro e dal reparto operativo dei carabinieri di Cosenza – presentano nuovi risvolti. Tante le perquisizioni effettuate dai carabinieri nei confronti degli indagati e ancora al vaglio degli inquirenti.

Una in particolare, stando alle indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, avrebbe portato a un ritrovamento che gli investigatori dovranno ben valutare. Si tratterebbe della perquisizione fatta nei confronti di Rinaldo Gentile, detto “zio Rinaldo”, 55 anni, presso il quale sarebbero stato trovato il verbale di un collaboratore di giustizia. Un verbale, e qui sta uno degli arcani della vicenda, non firmato, quindi non proveniente fa fonti “ufficiali”.

Bocche cucite, da parte degli inquirenti, sul contenuto del verbale e sul perché potesse costituire un interesse particolare per l’indagato la dichiarazione di un pentito. Rinaldo Gentile è una delle quattro persone, su 24 indagati, destinataria della misura cautelare in carcere. I destinatari dei provvedimenti restrittivi avrebbero esercitato pressioni per condizionare l’attività del dipartimento Agricoltura della Regione e nel municipio di Acri, in particolare per l’aggiudicazione di appalti pubblici nel settore della forestazione.

L’indagine, che vede indagato l’ex assessore regionale all’Agricoltura, Michele Trematerra, presenta uno spaccato importante dei rapporti tra politica e criminalità organizzata cosentina, nello specifico la cosca Lanzino-Ruà. La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva chiesto l’arresto per tutti gli indagati, ma il gip ha accolto la richiesta, tra carcere e domiciliari, solo per sette persone, ritenute esponenti della cosca.

Le accuse, a vario titolo contestate agli indagati, sono associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e reati in materia di armi.

 

Alessia Truzzolillo

a.truzzolillo@corrierecal.it

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