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Giunta, i mugugni dei consiglieri regionali esclusi

CATANZARO «Nulla sarà come prima». C’è chi è pronto a giurare che a Palazzo Campanella le prossime saranno settimane intense. Il barometro della maggioranza di centrosinistra segnala tempesta dopo …

Pubblicato il: 08/07/2015 – 20:43
Giunta, i mugugni dei consiglieri regionali esclusi

CATANZARO «Nulla sarà come prima». C’è chi è pronto a giurare che a Palazzo Campanella le prossime saranno settimane intense. Il barometro della maggioranza di centrosinistra segnala tempesta dopo la nomina della nuova giunta regionale. Oliverio è stato di parola: prima ha spinto per il varo di una riforma dello Statuto che gli consentisse di avere mano libera nella scelta degli assessori, poi è passato alla designazione di sette esterni. Dunque, nessun consigliere regionale nella nuova squadra che avrà Palazzo Alemanni come war room. Tuttavia sarà nell’Astronave che si misurerà il malcontento per le scelte partorite sull’asse Roma-Catanzaro. Già, perché un drappello di consiglieri è sul piede di guerra. Paradossalmente i più “agguerriti” si trovano nel gruppo “Oliverio Presidente”. Basta rileggere le dichiarazioni delle ultime ore per avere un’idea del clima che si respira tra i fedelissimi del governatore. Orlandino Greco, Cesare Pasqua e Franco Sergio non fanno mistero di non avere per nulla gradito la scelta di escludere gli eletti dalla giunta. Qualcuno tra i frondisti potrebbe essere recuperato se Oliverio decidesse di coinvolgere gli eletti attraverso il meccanismo del consigliere “delegato”. In ballo ci sono deleghe di primo piano come l’Agricoltura e il Turismo.
Il drappello degli “scontenti” comprende pure Vincenzo Ciconte e Carlo Guccione, i due assessori non riconfermati. Non è un caso che tra i primi commenti al vetriolo, subito dopo l’ufficializzazione del nuovo esecutivo, il Pse, partito nel quale militano una serie di dirigenti vicini a Guccione, abbia messo subito le mani avanti: «La Calabria è stata commissariata da Renzi e dal Pd nazionale». Nel mirino, ufficialmente, ci sono i vertici del Nazareno, ma è chiaro che l’aut aut è diretto anche a Oliverio, ritenuto responsabile di una linea troppo subalterna ai vertici dem. In questo clima – senza dimenticare che tra non molto dovrebbe arrivare il verdetto della Corte costituzionale sulla legge elettorale – ci si prepara al prossimo consiglio regionale, che sarà chiamato ad eleggere il successore di Tonino Scalzo. I renziani, nel corso del vertice con Oliverio e Guerini, sono riusciti a strappare l’impegno che il nuovo presidente del consiglio regionale sia espressione dell’area (Mimmo Battaglia, Arturo Bova e Peppe Neri i nomi più gettonati) che fa riferimento al segretario-premier. Ma da qui ai prossimi giorni tutto può succedere. D’altronde basta osservare quanto successo a Maria Francesca Corigliano. Fino a poche ore fa il suo nome campeggiava in tutte le liste di papabili assessori, salvo poi essere depennata al momento di consegnare la lista ufficiale ai giornali. Si narra che la sua epurazione sia il frutto del niet opposto da alcuni esponenti della lista “Oliverio Presidente” e da parlamentari dem, preoccupati dalla possibile ascesa di una delle più stretti collaboratrici del governatore. Con l’Italicum in campo, meglio evitare brutte sorprese quando ci sarà da scegliere i candidati in Calabria.

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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