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Riduzione dell'erogazione dell'acqua, Ferrara: decisione arbitraria

CATANZARO «Ancora una volta la Sorical minaccia di chiudere i rubinetti ai cittadini calabresi in piena violazione della direttiva 60/2000 il quale sancisce la garanzia e la sicurezza degli approvv…

Pubblicato il: 08/07/2015 – 14:43
Riduzione dell'erogazione dell'acqua, Ferrara: decisione arbitraria

CATANZARO «Ancora una volta la Sorical minaccia di chiudere i rubinetti ai cittadini calabresi in piena violazione della direttiva 60/2000 il quale sancisce la garanzia e la sicurezza degli approvvigionamenti idrici». È quanto afferma l’eurodeputata M5S Laura Ferrara rispetto, è scritto in una nota, «alle ultime comunicazioni che Sorical ha inviato ai Comuni morosi circa i drastici provvedimenti che adotterà se le amministrazioni non provvederanno a regolarizzare le proprie posizioni debitorie. Termine ultimo fissato da Sorical è il 14 luglio». «La procedura messa in atto da Sorical di privare i cittadini di un bene come l’acqua – prosegue – è a mio avviso del tutto arbitraria. Per questo lo scorso aprile, in seguito ad altri casi di riduzione idrica in alcuni comuni presentai un’interrogazione alla Commissione europea informando la stessa dell’abuso perpetrato ai danni dei cittadini calabresi. La riduzione idrica posta in essere da Sorical, così come lo stesso ente ammette sul suo sito, verrebbe perpetrata come metodo di “sensibilizzazione ai cittadini” e nello stesso tempo “sensibilizzare i Comuni” al puntuale pagamento dei debiti. La Sorical in pratica ascrive a se’ un compito non suo». «Da qui – secondo l’eurodeputata – è ravvisabile la violazione di norme e principi europei, in quanto l’azienda non assolve alla “specifica missione affidata” di gestione di un servizio pubblico, come previsto dall’art. 86 del Trattato istitutivo CE». «In piena estate e con il caldo da record già annunciato – afferma ancora la Ferrara – si riproporrà l’emergenza idrica in molti territori, senza tenere minimamente in considerazione il fatto che “l’accesso all’acqua potabile è un diritto umano inalienabile”. In quanto tale dovrebbe essere pubblica e per tutti, così come confermato dal referendum del 2011 quando 27 milioni d’italiani votarono per l’abrogazione di qualsiasi norma che affidava la gestione dell’acqua ai privati. La Regione Calabria ancora oggi rimane sorda di fronte alla volontà popolare e permette alla società in liquidazione di continuare a fare il buono e cattivo tempo sulla pelle dei cittadini».

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