COSENZA Il pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, ha chiesto la condanna a quattro anni di carcere per Francesco Greco, accusato di aver favorito la latitanza di Sergio Raimondo, quest’ultimo è ritenuto il contabile della cosca Perna-Cicero di Cosenza. Questa mattina, nel foro bruzio, prima della requisitoria del pm è stato sentito Giuseppe Cavaliere, proprietario dell’appartamento di Lago, nel Cosentino, che ha messo a disposizione di Greco. Quest’ultimo, secondo l’accusa, avrebbe accompagnato la moglie di Raimondo durante la sua latitanza. Raimondo è ritenuto il contabile del clan, era sfuggito all’operazione “Magnete” ed è finito in manette nell’agosto del 2013, quando è stato rintracciato dalla squadra mobile in un appartamento di Fuscaldo assieme alla moglie e al figlio. Gli agenti della Mobile hanno visto più volte Greco e la moglie di Raimondo entrare in un palazzo di tre piani a Fuscaldo, dove il contabile del clan è stato poi arrestato. Gli investigatori erano da tempo sulle tracce di Greco avendo dei validi sospetti sul suo coinvolgimento nella latitanza di Raimondo. Perché – come sostiene l’accusa – anche Greco stesso avrebbe aiutato occasionalmente la cosca, ma ne avrebbe fatto parte. Cavaliere ha confermato di aver dato quell’appartamento a Greco per farsi la doccia, nel luglio del 2013. E che, poi, è stato chiamato dalla polizia per fornire informazioni su Greco e su quel l’appartamento. Il pubblico ministero ha ribadito che non ci sono dubbi sulla disponibilità mostrata da Greco a Raimondo, con un modo di fare che avrebbe agevolato tutta la cosca. La richiesta di quattro anni di reclusione tiene conto anche dell’aggravante dell’associazione mafiosa. Il processo è stato aggiornato al prossimo 8 settembre per l’arringa della difesa. Greco è difeso dall’avvocato Filippo Cinnante.
mi. mo.
x
x