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Greco boccia la giunta Oliverio

LAMEZIA TERME Voci di corridoio subito dopo l’ufficializzazione della nuova giunta: «Orlandino ha spento i telefoni perché deve smaltire la delusione dopo le scelte del presidente». In effetti biso…

Pubblicato il: 09/07/2015 – 15:36
Greco boccia la giunta Oliverio

LAMEZIA TERME Voci di corridoio subito dopo l’ufficializzazione della nuova giunta: «Orlandino ha spento i telefoni perché deve smaltire la delusione dopo le scelte del presidente». In effetti bisogna aspettare quasi ventiquattro ore perché risulti nuovamente raggiungibile: «Io sbollire cosa? Suvvia, non scherziamo. Sono a Roma per questioni amministrative che riguardano il mio Comune, che è Castrolibero».

Onorevole Greco, andiamo al sodo: quanto le piace la squadra di Oliverio?

«Le rispondo con una massima: la politica è trovare quello che manca alla Calabria perché la Calabria sia la Calabria».

Sembra uno scioglilingua…

«Le ho detto questo per farle capire che per tirare questa regione fuori dalle secche serve unire tecnica e politica, etica ed estetica».

Fino a questo momento è prevalsa solo l’estetica?

«Il migliore architetto del mondo non potrà mai progettare la migliore casa del mondo se non ha una visione d’insieme. Fuor di metafora, farei del male a Oliverio se mi associassi al coro di giubilo di queste ultime ore dei miei colleghi di maggioranza».

Torniamo al punto di partenza: questa giunta raccoglie il suo gradimento?

«Certamente poteva essere migliore. Voglio essere chiaro: il governatore non può pensare di mettere nel cantuccio la politica. Una giunta solo di tecnici non ha l’esigenza del sacrificio».

Messa in questo modo, appare evidente che qualche sua ambizione sia stata mortificata…

«No, per niente. E le spiego perché. Ho chiesto voti e ne ho presi in campagna elettorale sfidando la piazza, la strada, proponendo un progetto, quello di Oliverio e di chi ha portato farina nel mulino. Se sono diventato capogruppo è perché, sfidando anche chi ha remato contro di me, ho preso più voti di tutti. Ritengo di aver svolto con grande responsabilità il mio ruolo di capogruppo. Ho presentato sei disegni di legge, tra cui quello sulla dieta mediterranea che è di estrema importanza, altri due sono in corso di definizione. Non mi sembra di essere rimasto con le mani in mano. Tutto questo tenendo ben presente  il fatto che finora il consiglio regionale è rimasto sostanzialmente fermo».

Adesso a Palazzo Campanella c’è il rischio che nasca una fronda all’interno della maggioranza di centrosinistra. Sul piede di guerra vengono segnalati, oltre a lei, anche Pasqua e Sergio. A cui vanno aggiunti Ciconte e Guccione che non sono stati riconfermati come assessori. Cinque consiglieri sul piede di guerra…

«Nessuna fronda, stiano tranquilli tutti. Ho solo fatto una valutazione politica alla luce del sole. Non ho velleità di nessun genere. Altri forse hanno messo sul tavolo altre richieste, ma io no».

Quando ha saputo dei nuovi assessori?

«Quando la notizia è stata rilanciata dai giornali online».

Sta dicendo che il capogruppo del movimento che porta il nome del governatore non sia stato informato preventivamente dallo stesso Oliverio sulle scelte compiute?

«Era prerogativa del presidente scegliere in piena e totale autonomia. E così è stato. Io sono concentrato su altro ovvero sulla realizzazione del programma che abbiamo presentato ai calabresi. Certo, non le nascondo che ciò sarebbe stato facile se il Consiglio fosse stato maggiormente coinvolto nel nuovo esecutivo. Ora la priorità deve essere quella di fare recuperare centralità alla Calabria». 

È vero che c’è anche il suo zampino dietro l’esclusione (a sorpresa) di Maria Francesca Corigliano?

«Fantasie, solo fantasie. Io ho solo detto che le regole non scritte della politica mi hanno insegnato e insegnano che non può fare l’assessore esterno chi ha sfidato le urne del consiglio raccogliendo una bocciatura. Il tutto sarebbe stato incongruente, davvero paradossale».

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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