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Cambiamento reale, ma aspettiamo i fatti

Partiamo dai dati incoraggianti: il cambiamento stavolta si è cercato di farlo realmente. Poteva essere più robusto nei contenuti ma nella forma è apprezzabile. Alcuni assessori sembrano condiziona…

Pubblicato il: 09/07/2015 – 14:29
Cambiamento reale, ma aspettiamo i fatti

Partiamo dai dati incoraggianti: il cambiamento stavolta si è cercato di farlo realmente. Poteva essere più robusto nei contenuti ma nella forma è apprezzabile. Alcuni assessori sembrano condizionati da qualche “indicazione” politica più che tecnica o meritocratica ma attendiamo di vederli all’opera per capire quanto queste “indicazioni” peseranno sul loro operato e che strutture tecniche sceglieranno.
La politica militante ha scelto di fare un passo indietro, lasciando le lottizzazioni interne. Forse questo ha sacrificato ingiustamente più di un consigliere regionale meritevole ma probabilmente era inevitabile dopo le scivolate dei mesi scorsi. Ci sarà tempo e modo per recuperare in Consiglio, laddove serve un lavoro di profonda riforma della Regione non più rinviabile. Infine è stato ricucito lo strappo con il Pd nazionale e con il governo Renzi. Uno strappo che cinicamente vecchi arnesi della politica calabrese avevano voluto e realizzato con il preciso scopo di avere mano libera nei maneggi e nei trasversalismi che hanno ammorbato la politica regionale negli ultimi lustri.
A Mario Oliverio va riconosciuto di avere tentato fino all’ultimo di irrobustire ancora di più la squadra, anche a costo di subire qualche mortificazione. Ma è proprio su questo che il governatore deve riflettere, qualche improvvida scelta dei mesi scorsi gli è costata cara in termini di credibilità al punto di sentirsi dire da una illustre costituzionalista: «Non posso accettare la vostra offerta, è tardiva, mi resta il sospetto che arriva dettata dall’emergenza giudiziaria più che da una libera scelta».
Un altro bruciante rifiuto era arrivato poco prima da una alta dirigente di palazzo Chigi di origini calabresi: «Conosco la vostra burocrazia, mi farebbe arrestare». Sono le verità contenute in questi secchi, forse anche ingenerosi, rifiuti che ci spingono a dare solidarietà a Oliverio ed a quanti con lui assicurano di voler davvero firmare una svolta epocale in Calabria. Certo restano delle riserve. Sono legate alle schede programmatiche che non conosciamo e che la giunta dovrà indicare al più presto. Sono legate alle scelte che gli assessori dovranno fare rispetto alla gestione dei dipartimenti. Sono legate alle scelte sui tagli ai rami secchi, la chiusura di carrozzoni che dilapidano soldi e fabbricano clientele. C’è da indossare gli elmetti e mettersi al riparo della più rigida professionalità per fare tutto questo. Mario Oliverio giura che è pronto a farlo, ha accanto un uomo dì valore, personale e professionale, come Antonio Viscomi. Gli sarà estremamente utile. I vertici del Pd ed autorevoli esponenti del governo giurano che lo aiuteranno. Attendiamo le prime verifiche ma intanto non si può che condividere la linea che, con responsabilità, ha indicato la coordinatrice calabrese di Forza Italia, Jole Santelli, ed augurarci che Oliverio si impegni a fare quanto promesso… e ci riesca.

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