COSENZA Daniele Lamanna va al 41 bis. Per il presunto esponente del clan “Rango-Zingari” di Cosenza, 41 anni, è stato disposto il regime di carcere duro nel penitenziario di Novara. La richiesta di 41 bis è stata avanzata dalla Dda di Catanzaro al ministro della Giustizia. Lamanna era sfuggito a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Dda di Catanzaro lo scorso novembre contro la cosca “Rango-Zingari” e lo scorso aprile è stato beccato dagli agenti della squadra mobile in un appartamento a Trenta. È indagato anche per l’omicidio di Luca Bruni, il figlio del boss “Bella bella”, che sarebbe stato ammazzato il 3 gennaio 2012. Per l’omicidio di Luca Bruni poliziotti e carabinieri hanno arrestato anche Maurizio Rango, 38 anni, e Franco Bruzzese (47), ritenuti “reggenti” della cosca egemone in provincia di Cosenza. Ad accusare Daniele Lamanna di questo delitto – di cui lui sarebbe esecutore materiale – è stato il collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti. Ma Lamanna, difeso dagli avvocati Aldo Cribari e Marcello Manna, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha puntato il dito proprio contro Foggetti, che – a suo dire – si sarebbe inventato tutto. «Non avevo alcun interesse a uccidere Luca Bruni perché lo conoscevo da tempo e si conoscevano le famiglie. Non avevo neanche alcun interesse economico a farlo».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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