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Premio Sila, le novità dell'edizione 2015

COSENZA Il “premio Sila” ha svelato i nomi dei dieci finalisti dell’edizione 2015. Si tratta di Marco Balzano (L’ultimo arrivato, Sellerio); Romolo Bugaro (Effetto domino, Einaudi); Paolo Colagrand…

Pubblicato il: 09/07/2015 – 17:17
Premio Sila, le novità dell'edizione 2015

COSENZA Il “premio Sila” ha svelato i nomi dei dieci finalisti dell’edizione 2015. Si tratta di Marco Balzano (L’ultimo arrivato, Sellerio); Romolo Bugaro (Effetto domino, Einaudi); Paolo Colagrande (Senti le rane, Nottetempo); Leonardo Colombati (1960, Mondadori); Francesco Paolo e Maria Di Salvia (La circostanza, Marsilio); Francesco Leto (Il cielo resta quello, Frassinelli); Marco Missiroli (Atti osceni in luogo privato, Feltrinelli); Carmen Pellegrino (Cade la terra, Giunti); Antonio Scurati (Il tempo migliore della nostra vita, Bompiani) e Daniele Rielli (Lascia stare la gallina, Bompiani).

La decina è stata resa nota, questo pomeriggio a Cosenza, nel corso di una conferenza stampa alla libreria Ubik.

A illustrare le novità è stato il presidente della Fondazione “Premio Sila”, Enzo Paolini. «Prometto – ha detto – che dal prossimo anno non saremo di meno del premio Strega e lo faremo di notte. Devo sottolineare che, dopo la scintillante edizione dello scorso anno, quest’anno sarà ancora più stupefacente. Tra le novità il coinvolgimento delle tre librerie di Cosenza, Ubik, Feltrinelli e Mondadori. Un riconoscimento speciale sarà dato a Stefano Rodotà che sarà qui a novembre».
Amedeo Di Maio, presidente della giuria, ha ricordato la natura dell’organizzazione del premio «che – ha aggiunto – riesce a far dialogare anime diverse. Siete voi lettori che ci direte come dobbiamo poi muoverci». Le opere in concorso toccano temi e stili diversi tra loro. Ne ha tracciato una fotografia accattivante lo scrittore e critico letterario Emanuele Trevi: «Si passa dal problema dell’emigrazione con Balzano, a temi economici con Bugaro. E poi ci sono libri anche un po’ ironici come quello di Colagrande e Colombati. Notevole il lavoro del giovane calabrese Leto e quello di Carmen Pellegrino. Molto interessante il libro di Scurati, che come tutti i suoi libri fa discutere. Emerge sempre la sua volontà di migliorarsi. Infine, con Rielli si arriva nel Salento. Rielli ha il coraggio di usare il dialetto scritto. La decina rappresenta anche un po’ una geografia culturale. Da due anni ho l’onore di far parte della giuria del premio». I lavori sono stati coordinati dal direttore generale del premio Gemma Cestari.

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