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Al Morelli il nuovo spettacolo dei detenuti-attori

COSENZA “Amore sbarrato, il sogno continua”. E’ il titolo dello spettacolo teatrale che andrà in scena al teatro “Morelli” di Cosenza il prossimo 15 luglio, alle 18. Si tratta dell’allestiment…

Pubblicato il: 10/07/2015 – 14:17
Al Morelli il nuovo spettacolo dei detenuti-attori

COSENZA “Amore sbarrato, il sogno continua”. E’ il titolo dello spettacolo teatrale che andrà in scena al teatro “Morelli” di Cosenza il prossimo 15 luglio, alle 18. Si tratta dell’allestimento che arriva a conclusione del laboratorio teatrale che, per il secondo anno consecutivo, l’attore e regista cosentino Adolfo Adamo ha tenuto nella casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza con la partecipazione di un gruppo di detenuti.
Il progetto è ancora una volta promosso dall’amministrazione comunale con la collaborazione della casa circondariale di Cosenza, diretta da Filiberto Benevento.
«La novità più importante – afferma l’attore Adolfo Adamo che dal mese di gennaio a oggi ha diretto il laboratorio all’interno del carcere di via Popilia – è data dal fatto che dei dieci attori che saranno in scena mercoledì 15 luglio al “Morelli”, otto sono detenuti che per la prima volta hanno partecipato al laboratorio teatrale, mentre gli altri due sono ex detenuti che hanno finito di scontare la pena e che hanno accettato di partecipare ugualmente al progetto. Non era affatto scontato che si rimettessero in gioco. Invece hanno voluto, con mia somma soddisfazione, ripetere l’esperienza dello scorso anno».
Per “Amore sbarrato, il sogno continua” Adolfo Adamo ha scritto una storia ex novo che si pone in continuità con il lavoro dello scorso anno. Il regista e autore del testo che quest’anno, al contrario di quanto era accaduto al Rendano nello spettacolo del giugno 2014, non sarà direttamente impegnato in scena, pur essendo pronto ad intervenire qualora ce ne fosse bisogno, ha immaginato uno sviluppo narrativo che sta a metà tra i “Sei personaggi in cerca d’autore” di pirandelliana memoria e il teatro di William Shakespeare.
«In questo nuovo lavoro c’è più teatro e meno laboratorio», dice ancora Adamo e spiega che la rappresentazione parte dalla platea con due dei detenuti-attori in veste di spettatori che, man mano che l’azione va avanti, vengono coinvolti sulla scena.

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