REGGIO CALABRIA E’ nell’aula consiliare “Pietro Battaglia”, cuore istituzionale di Reggio Calabria, che i giovani dell’Anci hanno voluto convocare politici e professionisti reggini per discutere di sicurezza e legalità, tema caldo e dirimente in vista dell’ormai imminente istituzione della città metropolitana. A moderare il dibattito Demetrio Delfino, presidente del consiglio comunale ed esponente del Pd, il quale ha sottolineato come la presenza in aula della senatrice Doris Lo Moro fosse «un chiaro segnale del fatto che la politica nazionale spende particolare attenzione per la città di Reggio Calabria».
Dopo un passaggio obbligato sullo scioglimento del comune di Reggio per contiguità mafiosa, Delfino – nel ricordare alcuni provvedimenti adottati in materia di codice etico, trasparenza e contrasto alla ‘ndrangheta – ha ribadito come l’amministrazione Falcomatà faccia della legalità «una vera e propria bandiera».
Ha aperto i lavori Antonino Castorina, capogruppo Pd al consiglio comunale che dopo i ringraziamenti di rito e gli auguri alla nuova giunta regionale, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa promossa dall’Anci giovani.
Con riferimento ai temi della sicurezza e della legalità Eduardo Lamberti Castronuovo, assessore ai Beni culturali della provincia di Reggio, ha poi parlato apertamente di guerra alla ‘ndrangheta. «Più si parla di antimafia meglio è – ha affermato Lamberti –, ma se l’antimafia si opera è meglio ancora. Dei giovani non si deve parlare solo in prospettiva futura, ma bisogna affidare loro il presente. I giovani sono veloci e determinati ad andare lontano, ma gli anziani conoscono la strada, ecco perché bisogna lavorare insieme per perseguire il bene comune».
Inoltre c’è chi, come Massimo Canale, ha concretamente suggerito un approccio diverso alla questione della legalità: un approccio che «superi la concezione miope e controproducente della repressione e si faccia carico di politiche sociali e inclusive. Abbiamo vissuto anni in cui dal Palazzo San Giorgio giungeva il chiaro messaggio che tutto fosse possibile, oggi non è più così e bisogna cooperare affinché l’opera dell’amministrazione sia la più inclusiva possibile, tanto sui temi stringenti dell’immigrazione quanto sul tema delle periferie». A concludere i lavori è stata la senatrice Pd Lo Moro, senatrice del Pd, che ha individuato nell’intraprendenza e nella sana competizione, le ricette che permetterebbero alla Regione Calabria di emergere. «Da un punto di vista legislativo – ha affermato la senatrice -, l’Italia è all’avanguardia sul fronte della lotta alla criminalità organizzata e della trasparenza. La stessa legge Severino, che come sappiamo ha colpito un senatore illustre come Silvio Berlusconi, per quanto criticata, ha una sua ragion d’essere. La differenza che c’è fra un sindaco dell’Emilia e un sindaco calabrese, non è il sindaco ma la città, perché il primo deve rendere conto ad una società strutturata, partecipe e vigile». Ecco dunque che, secondo la Lo Moro, il primo obiettivo per una città che vuole essere all’avanguardia sul piano della trasparenza e della legalità, «è quello di lavorare sul tessuto sociale, rendendolo coeso e attento, capace di supportare le istituzioni che, altrimenti, senza il sostegno dei cittadini, sono entità deboli e vulnerabili».
red.corcal.
x
x