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Guccione: «Non giustifico Oliverio»

COSENZA Adesso che l’ora X è scattata, con la nomina della nuova giunta regionale, Carlo Guccione può rompere gli indugi dopo giorni di silenzio: «Stimo Oliverio ma non lo giustifico né nel metodo,…

Pubblicato il: 11/07/2015 – 11:10
Guccione: «Non giustifico Oliverio»

COSENZA Adesso che l’ora X è scattata, con la nomina della nuova giunta regionale, Carlo Guccione può rompere gli indugi dopo giorni di silenzio: «Stimo Oliverio ma non lo giustifico né nel metodo, né nello stile. Fino ad oggi nessuno mi ha chiesto le dimissioni da assessore, tant’è che fino al 22 luglio sarò in carica». A Cosenza, sfidando la canicola estiva ma rinfrancato dagli applausi copiosi dei fedelissimi, l’ex responsabile di Lavoro e politiche sociali offre ai cronisti un quadro del governatore a metà strada tra il profilo psicologico e l’analisi politica: «Non sento Oliverio dal 29 giugno, Da lui così come dal segretario regionale del mio partito non mi è arrivata nemmeno una chiamata. Ho appreso dai media della formazione del nuovo esecutivo. Le uniche persone che hanno avuto il garbo di telefonarmi sono i stati i professori Viscomi e Musmanno». 

Lunga premessa per arrivare al nocciolo della questione: il coinvolgimento nell’inchiesta “Rimborsopoli”, che ha determinato la sua defenestrazione da Palazzo Alemanni. Non era questo il finale di partita che aveva previsto Guccione. «Anche perché – avverte – se passa l’idea che basta già un avviso di garanzia per giustificare un’entrata o un’uscita in un ruolo istituzionale si dà spazio a un precedente importante». Il ragionamento serve per arrivare alla conclusione che «in questo modo siamo tutti esposti perché un avviso di garanzia ai tempi di oggi non si nega a nessuno». 

Quanto al suo, di avviso di garanzia, ricevuto nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Calabria, Guccione assicura di «non aver mai utilizzato risorse pubbliche per attività diverse da quelle istituzionali e previste dalla legge. Davanti al Riesame sarò in grado di giustificare ciò che mi viene contestato». Ancora applausi in una sala che fa fatica a contenere tutti. Il Pse è al gran completo (manca solo Enzo Paolini) mentre il Pd ufficialmente non invia nessuno, si vede soltanto il renziano Andrea Guccione (notoriamente vicino al segretario Magorno). Alla fine, quando la conferenza stampa volge al termine, si farà vedere pure il rettore dell’Unical Gino Crisci. 

Ma questo non è il tempo dei bilanci. È invece il momento di riversare sul tavolo le cose che non vanno perché «la verità – spiega senza troppi giri di parole Guccione – è che non si può usare “Rimborsopoli” come scusa per coprire gli errori politici di questi mesi, innanzitutto quello di non essersi battuti per far uscire la Calabria dal commissariamento della sanità. Oggi la situazione nel comparto è addirittura peggiorata rispetto al passato». Nel rosario delle occasione perse (o quasi) c’è anche il porto di Gioia Tauro che «rischia di essere accorpato a quello di Messina nell’indifferenza totale». 

Sono stilettate a Oliverio, «con cui non ci sono amori terminati», ma a cui Guccione ricorda che «il rinnovamento si realizza, non si annuncia». Metafora fin troppo scontata che fa da preludio all’affondo sulla nuova giunta: «Mi auguro che questa squadra di professori non replichi quanto visto col governo Monti. Sarebbe un danno troppo grande per la Calabria. E proprio nell’interesse di questa regione dobbiamo cercare di non fare terze ripartenze e quindi siamo chiamati tutti a fare il nostro dovere». 

All’orizzonte non ci sono scissioni e nemmeno tentativi di costruire fronde – magari assieme a Greco e soci – all’interno della maggioranza in consiglio regionale. Guccione, che detiene la palma di consigliere più votato alle ultime regionali, rispedisce al mittente ogni insinuazione sull’argomento: «Porterò a termine il mandato popolare che mi è stato affidato dagli elettori. Continuerò a farlo da semplice consigliere regionale del Pd, senza cedimenti». C’è un consuntivo da presentare all’opinione pubblica dopo i sette mesi passati alla guida di uno degli assessorati maggiormente di peso: «Sono stato l’unico assessore ad aver azzerato e fatto ruotare i dirigenti che ho trovato al mio insediamento». Ogni riferimento alla «palude» e ai «poteri extra-istituzionali» evocati venerdì da Oliverio a Catanzaro è puramente voluto. 

 

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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