COSENZA Non c’era solo l’ex assessore Michele Trematerra sull’agenda politica della mala cosentina. Raggiungere il titolare della delega all’Agricoltura era, tutto sommato, più “facile”, per via dei rapporti strettissimi tra il politico dell’Udc e un altro politico, Angelo Gencarelli, che gli investigatori antimafia di Catanzaro considerano organico al clan “Ruà-Lanzino”. Il legame tra i due era strettissimo: il consigliere comunale di Acri era un uomo di fiducia di Trematerra, che lo ha inserito nel dipartimento Agricoltura “salvandolo” dal licenziamento quando un dirigente della struttura aveva deciso di mandarlo via per lo scarso impegno (e le rare presenze negli uffici). È in una conversazione agli atti dell’inchiesta, però, che lo stesso Gencarelli e Giuseppe Perri, ritenuto il vertice della cosca ad Acri, fanno riferimento alle “alternative” politiche del clan. E si riferiscono a un politico che «sopra a Castrovillari fa piovere e scampare». Qualcuno al quale si poteva «arrivare diversamente», non attraverso il contatto diretto, non seguendo la via privilegiata scelta per contattare Trematerra.
A quel politico di centrodestra, si dicono Gencarelli e Perri in una Mercedes tenuta sotto controllo dalle microspie della Direzione distrettuale antimafia, «ci arrivi tramite la città di Cosenza». Per gli investigatori, i due parlano dell’intercessione di esponenti del gruppo criminale cosentino. E, nella conversazione finita nei brogliacci dell’inchiesta “Acheruntia”, spiegano – almeno in parte – il loro modus operandi, la road map che potrebbe portare alla realizzazione di un progetto. Passando, ovviamente, attraverso una rotta che sfiora il livello politico: «Fatti portare tutti i dettagli tecnici da questo qua… mi spiego… al livello di impostazioni carte… poi le carte, le cose si danno ad un commercialista serio che le sviluppa… tanto durante la parte politica… come dici tu… ci sono questi due personaggi». Uno è Trematerra, che, comunque, secondo il gip della Distrettuale antimafia, non avrebbe mai favorito direttamente il clan ma “soltanto” Gencarelli, a titolo personale. Il secondo, per quello che si intuisce, è un collega influente dell’ex assessore. Uno, però, si dicono i due amici in auto, al quale bisognerebbe garantire un’adeguata ricompensa per convincerlo a “scendere in campo”.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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