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Reggio, per l'Atam il salvataggio resta in stand-by

REGGIO CALABRIA La ricapitalizzazione dell’Atam è finalmente realtà. Il Comune di Reggio Calabria ha infatti messo nero su bianco l’aumento di capitale dopo il via libera arrivato la scorsa settima…

Pubblicato il: 14/07/2015 – 6:06
Reggio, per l'Atam il salvataggio resta in stand-by

REGGIO CALABRIA La ricapitalizzazione dell’Atam è finalmente realtà. Il Comune di Reggio Calabria ha infatti messo nero su bianco l’aumento di capitale dopo il via libera arrivato la scorsa settimana dall’assemblea cittadina che, all’unanimità, aveva approvato la delibera con la quale si disponeva la cessione all’azienda di trasporto pubblico reggina di beni immobili per un valore di circa 7,4 milioni di euro, ovvero l’area di Largo Botteghelle, sede dell’amministrazione Atam e l’area e i fabbricati di via Foro Boario.
Prima della tanto attesa ricapitalizzazione l’azienda aveva compiuto tutti gli altri passaggi indispensabili per scongiurare la procedura fallimentare quali, la riduzione delle spese per il personale, il riconoscimento dei debiti da parte della Regione Calabria e la relativa certificazione ministeriale e, infine, l’accordo con i creditori.

 

IL TRIBUNALE RINVIA A OTTOBRE Bisognerà attendere qualche mese per capire se il piano di ricapitalizzazione dell’Atam annunciato da palazzo San Giorgio sarà sufficiente per scongiurare l’istanza di fallimento presentata nei mesi scorsi dalla Procura. I pm Teodoro Catananti e Stefano Musolino hanno infatti chiesto al tribunale di fissare una nuova udienza ad ottobre per avere la possibilità di verificare se effettivamente l’amministrazione darà seguito alla delibera approvata la scorsa settimana, con cui è stata  disposta la cessione all’azienda di trasporto pubblico reggina di beni immobili per un valore di circa 7,4 milioni di euro, ovvero l’area di Largo Botteghelle, sede dell’amministrazione Atam e l’area e i fabbricati di via Foro Boario, ma soprattutto sono stat e approvate le procedure di mobilità necessarie per abbattere i costi del personale. Nelle scorse settimane, a migliorare sensibilmente la situazione dell’azienda di trasporto pubblico reggina era arrivato anche il riconoscimento dei debiti da parte della Regione Calabria e la relativa certificazione ministeriale, come l’accordo con i creditori. Tutti provvedimenti  necessari per risanare i disastrati conti dell’azienda, il cui capitale sociale è stato di fatto ridotto a zero al l’esito degli accertamenti della Guardia di finanza, che hanno dimostrato l’assoluta inattendibilità dei bilanci per anni presentati da Atam. Per questo, all’inizio  del 2014 la Procura aveva avanzato istanza di fallimento per la municipalizzata reggina come “atto dovuto”, iscrivendo contestualmente gli ex amministratori Demetrio Arena e Vincenzo Filardo nel registro degli indagati. Nonostante i bilanci raccontassero un’altra storia, da tempo l’azienda sarebbe tecnicamente fallita. Secondo quanto accertato dagli uomini della guardia di finanza infatti, proprio quel documento «ha radicalmente perso la sua natura di rappresentazione fedele della situazione patrimoniale e finanziaria, per trasformarsi in un artificioso documento, funzionale a celare le perdite e consentire il costante, fittizio, adeguamento dei dati contabili, al fine di perpetuare una gestione sociale, al di fuori di ogni canone e regola economica e giuridica, implementando – occultamente – le perdite, sino a determinare l’attuale esplosiva situazione di decozione fallimentare».
Un esito che l’amministrazione comunale sta cercando di scongiurare, con l’approvazione di una robusta “cura ricostituente” per l’azienda pubblica, in cui probabilmente sperano anche gli ex amministratori oggi indagati. Sul versante strettamente penalistico, qualora il fallimento fosse scongiurato, per Arena e Filardo non si configurerebbe il reato di bancarotta fraudolenta che attualmente viene loro, insieme ad altri, contestato. Un alleggerimento della posizione processuale che  non riesce tuttavia ad assicurare sogni tranquilli a nessuno dei due. In sede civile infatti entrambi potrebbero essere chiamati a rispondere dei danni provocati all’azienda di trasporto pubblico reggina. 

 

GATTO È FIDUCIOSO Antonino Gatto, amministratore unico dell’azienda, commenta così l’annuncio del Comune: «Viviamo questo momento con assoluta serenità, attendendo l’evolversi della situazione. Ieri sera abbiamo aggiunto un altro importantissimo tassello in questo delicato e complesso lavoro e oggi insieme al sindaco e ai suoi collaboratori, abbiamo registrato il rinvio dell’udienza a ottobre quando, ci auguriamo, riusceremo a chiudere questa partita. Ciò che più conta è che a quella scadenza l’Atam arriverà in buone condizioni per puntare ad un pieno risanamento. I risultati fin qui acquisiti sono andati anche oltre ogni nostra aspettativa, perchè oggi l’azienda è in grado di delineare una propria prospettiva futura». Non tutto è risolto, ma il docente dell’Università di Messina è ottimista: «C’è da attendere anche per quanto riguarda il conferimento dei beni immobili da parte del Comune che, come ogni ente in questo momento, deve far fronte ad alcune incombenze di natura tecnica. In ogni caso, a prescindere dal rinvio di oggi, possiamo dire che per l’Atam è iniziato un nuovo capitolo della propria storia. Un capitolo che parla di una gestione corrente che ha già prodotto risultati imortanti. L’ultimo atto riguarderà solo il ritiro dell’istanza di fallimento che a sua volta, dovrà segnare l’avvio e il successivo consolidamento di un percorso che dovrà portare l’Atam a camminare con le proprie gambe. Sono pienamente fiducioso che ciò possa accadere, d’altro canto abbiamo parliamo di un’azienda presa sull’orlo del fallimento di cui oggi si certifica un cammino di risanamento che può portarla ad un definitivo rilancio sia sotto il profilo occupazionale che da un punto di vista dei servizi offerti ad una comunità che si appresta a diventare Città metropolitana».

 

a. c.

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