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RIMBORSOPOLI | Per Adamo resta il divieto di dimora

REGGIO CALABRIA Si era detto convinto di poter dimostrare ai giudici del Riesame l’assoluta correttezza del proprio operato, ma dovrà continuare a tenersi lontano dalla Calabria l’ex consigliere re…

Pubblicato il: 14/07/2015 – 16:21
RIMBORSOPOLI | Per Adamo resta il divieto di dimora

REGGIO CALABRIA Si era detto convinto di poter dimostrare ai giudici del Riesame l’assoluta correttezza del proprio operato, ma dovrà continuare a tenersi lontano dalla Calabria l’ex consigliere regionale Pd, Nicola Adamo, indagato nella Rimborsopoli calabrese che ha messo a nudo la gestione “allegra” dei fondi destinati ai gruppi consiliari regionali. Il Tribunale della libertà ha infatti respinto il ricorso presentato dai suoi legali, gli avvocati Ugo Celestino e Fabio Viglione, contro l’ordinanza di divieto di dimora in Calabria, disposta dal gip Olga Tarzia per evitare la reiterazione dei reati contestati ad Adamo o un eventuale inquinamento delle prove a suo carico. Profili entrambi contestati dai legali, che in sede di riesame hanno negato tanto l’attualità delle esigenze cautelari, tanto la sussistenza stessa di prove a carico del politico.

Adamo, pur rifiutandosi di rispondere ai pm in sede di interrogatorio, con la stampa si era difeso sostenendo: «Io ho presentato una nota spese, sono rendicontate anche le virgole, il problema è l’interpretazione. Se mi si dice che quelle sono spese del politico Adamo andremo a discutere in sede processuale. Sono state fatte, non sono spese pazze, non ci sono profumi, non ci sono champagne, non ci sono mutande, non ci sono lap dance, non ci sono gratta e vinci… sono tutte spese dell’unica normativa – a mio parere di riferimento – che è la legge regionale numero 13».

Argomentazioni presumibilmente esposte anche di fronte al collegio dai suoi legali, ma che non hanno convinto i giudici che per lui hanno confermato il divieto di dimora in Calabria. Una misura decisa dal gip Tarzia alla luce delle accuse contestate all’ex consigliere regionale, che «si inventa un simil segretariato di cui investe una società, “L’Idea” i cui dipendenti venivano pagati dal gruppo consiliare, pur svolgendo molto generiche attività politiche mirate solo ed esclusivamente alla promozione di Adamo e non del gruppo».

In più, si legge nell’ordinanza, “L’Idea” avrebbe ricevuto a dal gruppo Misto anche altri rimborsi, per spese extra, incluse quelle che il giudice non ha esitato a definire «decisamente misteriose» perché identificate solo come “internet” o “web tv”. Contestazioni meritevoli di una misura di allontanamento dal territorio regionale ha deciso il gip e hanno confermato i giudici del Tribunale della libertà, duramente contestata come “eccessiva” dal politico, che al riguardo si era detto «stupefatto quando mi è stato comunicato il divieto di dimora in Calabria perchè ho consolidati rapporti con esponenti dell’amministrazione locale. Abituato a leggere la cronaca nera, ogni tanto capita di notare in qualche provvedimento di custodia cautelare che dispone il medesimo provvedimento nei confronti di chi ha consolidati rapporti con esponenti della criminalità organizzata locale. Si associa la criminalità organizzata locale con la pubblica amministrazione. Mi pare un po’ troppo. Mi pesa per la mia dignità questo tipo di provvedimento, ma non lo ritengo un bavaglio», aveva assicurato l’ex consigliere, sottolineando come si potesse fare politica anche da Roma. E stando alle cronache così è stato, mentre ancora non si ha notizia dell’interrogatorio che Adamo ha promesso di chiedere al pm una volta valutate carte e accuse a suo carico.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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