REGGIO CALABRIA È attesa tra oggi e domani la decisione del Tribunale della libertà sul ricorso del collaboratore del senatore Bilardi, Carmelo Trapani. Il membro dello staff dell’ex consigliere regionale, finito nell’inchiesta “Rimborsopoli” e raggiunto dal divieto di dimora in Calabria, è stato sentito questa mattina dal collegio del Tdl di Reggio. Trapani, assistito dall’avvocato Luigi Tuccio, ha contestato l’accusa di peculato che la Procura ha formulato nei suoi confronti. «Abbiamo evidenziato – sottolinea il legale – come non possa essere contestato il peculato, proprio perché Trapani era un semplice autista, non era quindi né un pubblico ufficiale né aveva disponibilità di somme». Sulla scorta di questa premessa, la difesa ha avanzato la richiesta di trasformare il divieto di dimora in regione in obbligo di firma.
LE ACCUSE Trapani, dopo lo scoppio dello scandalo Rimborsopoli, nel 2013, era stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza del consiglio regionale mentre riportava nella sede del gruppo un televisore, subito dopo l’interrogatorio reso da Bilardi davanti ai magistrati. Diverse le contestazioni all’ormai ex collaboratore del senatore. Per i magistrati avrebbe utilizzato i fondi della Lista Scopelliti presidente per svariati acquisti non riconducibili ad attività istituzionali, tra cui un notebook Asus, prodotti di salumeria e un set di gomme per un’Audi. Spese ingiustificate che, secondo la Procura, arriverebbero a 86mila euro.
p. bel.
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