COSENZA Un monumento dell’identità in dialetto calabrese. È uno spettacolo complesso e intenso quello che Peppe Voltarelli porterà in scena il prossimo 18 luglio, nella suggestiva location del Castello Svevo di Cosenza, dal titolo “Il monumento-Lamentarsi come ipotesi”. Si inizia alle 21:30. Tredici canzoni che chiudono la “trilogia sull’identità”, iniziata con il suo esordio da solista nel 2007 con il cd Distratto ma però (tra i cinque finalisti per la Targa Tenco come migliore opera prima) e proseguita con il fortunato Ultima notte a Mala Strana, Targa Tenco 2010 come migliore opera in dialetto, mai assegnata in precedenza a un artista calabrese.
Linee guida dello spettacolo sono i legami tra le persone, le fughe, le condivisioni, le separazioni, la consapevolezza che l’amore è un fatto comunitario, un diario collettivo, un mare grande con sopra delle zattere che cercano disperatamente di avvicinarsi tra loro. Il cantato è sospeso tra italiano e dialetto calabrese, è un canto politico e di protesta, che racconta di uomini disarmati ma maturi per nuove riflessioni. La canzone è una luce che rinfresca e che pretende di essere seducente. La “santificazione dell’identità” questa volta avviene attraverso un monumento, una grande opera d’arte pubblica che celebra la terra d’origine. Un monumento conteso, che dà origine a polemiche e discussioni che sottolineano la forte necessità di avere simboli e riferimenti a cui guardare. Il bisogno della comunità cantato da Voltarelli è laico, di ispirazione socialista meridionalista, ma critico, amaro e appassionato, nel solco dei grandi maestri del Novecento: da Corrado Alvaro a Saverio Strati. La parte testuale del nuovo spettacolo è ispirata a Il Caciocavallo di bronzo, nuovissimo romanzo autobiografico di Voltarelli edito da Stampa Alternativa.
m.m.
x
x