Riceviamo e pubblichiamo
Egregio direttore, in riferimento all’articolo pubblicato sul suo giornale a firma di Pietro Bellantoni e la successiva pubblicazione a riscontro a cura del dottor Antonio De Marco, il sottoscritto nella qualità di presidente del “Comitato di gestione del mantenimento dell’occupazione” e anche in nome e per conto degli altri componenti, nonché di ideatore della misura, si vede costretto, suo malgrado, a intervenire perché quanto riportato da De Marco necessita di qualche precisazione.
La valutazione di De Marco, che definisce elevati i compensi previsti per il Comitato, tra l’altro mai percepiti, è degna di più di una censura.
Infatti i contratti sottoscritti dai cinque componenti del Comitato, avevano una durata di 26 mesi e 15 giorni, sino al 31/12/2016, con un costo complessivo previsto pari all’1,95% se rapportato alla dotazione finanziaria iniziale del bando (20 milioni).
Se si vuole poi considerare l’effetto rotazione del bando stesso, e quindi i rientri delle rate da parte dei beneficiari, con il conseguente aumento della dotazione finanziaria “basata su media annuale” come previsto all’art. 43 punto 4 del Reg (Ce) numero 1828/2006 della commissione dell’8 dicembre 2006, tale percentuale si riduce all’1,35%.
La percentuale del 3% indicata da De Marco è frutto di una sbagliata interpretazione della lettura dei contratti.
La somma impegnata è al lordo di Iva, di Irpef e altri oneri contributivi, per cui il compenso netto spettante alla mia persona sarebbe stato poco più di € 2mila mensili, mentre per gli altri componenti tale importo non avrebbe mai potuto superare la cifra di 1.600 euro.
Mi sia consentito di dichiarare che tali cifre, per professionisti con 30 e più anni di esperienza (e per quanto mi riguarda anche il vanto di ben 11 pubblicazioni sulle agevolazioni alle imprese edite da Buffetti e Maggioli), sono realmente ridicole considerato il tempo che è stato dedicato ed ha occupato gran parte delle mie giornate e di quelle dei componenti per rispettare i tempi previsti dal bando. Basterebbe pensare alle cifre relative ai compensi destinati a componenti di staff di vari politici, certamente non selezionati per alti meriti professionali, emerse nel corso dell’ultima inchiesta di Rimborsopoli per togliersi ogni dubbio rispetto al fatto che i compensi previsti possano essere giudicati “elevati”.
Vorrei ricordare al Dott De Marco che i compiti del Comitato sono disciplinati dal bando all’articolo 15 e più precisamente:
a) valutazione delle domande di accesso al bando sul mantenimento occupazione e comunicazione al dipartimento – Settore competente – l’ammissibilità o la non ammissibilità al finanziamento;
b) effettuazione del monitoraggio sui finanziamenti concessi e predisposizione annualmente di una relazione sulle attività realizzate in attuazione del presente bando, da presentare alla giunta regionale e alle Commissioni consiliari competenti;
c) proposte al dipartimento al Lavoro, alla Formazione professionale, alla Famiglia e alle Politiche sociali, l’adozione del provvedimento di revoca delle agevolazioni nei casi stabiliti all’articolo 13 del presente avviso;
d) proposte al dipartimento al Lavoro, alla Formazione professionale, alla Famiglia e alle Politiche sociali, il passaggio a perdita del rispettivo fondo della somma non rimborsata e delle spese legali nei casi stabiliti all’articolo 13 del presente avviso;
e) pareri su argomenti specifici, finalizzati all’applicazione del presente bando
Come pare evidente, considerato gli adempimenti assegnati, potremmo parlare di un ridotto compenso anche rispetto alle responsabilità che ne conseguono.
A seguito della nomina del commissario Straordinario, il Comitato di Gestione in data 20/02/2015 aveva presentato una relazione dei lavori svolti, anche in considerazione delle clausole contrattuali che regolano il rapporto tra i componenti del Comitato di Gestione e Fondazione Calabria Etica. Si chiedeva, in definitiva, di conoscere le determinazioni della Fondazione Calabria etica in merito al proseguimento delle attività. Non c’è stato seguito a questa comunicazione.
In data 18 aprile 2015 veniva notificata a mezzo raccomandata l’annullamento in autotutela dei provvedimenti amministrativi afferenti i rapporti con questo Comitato e la Fondazione Calabria etica, con le motivazioni già ampiamente descritte nell’articolo di De Marco, legittime e che si condividono pienamente. Purtroppo questo Comitato ha avuto conoscenza dell’effettivo stato dell’arte solo a seguito di quest’ultima comunicazione, tant’è che gli stessi componenti hanno tempestivamente già presentato la messa in mora alla Fondazione Calabria etica per i compensi dovuti nel periodo ottobre 2014 a febbraio 2015, e stanno preparando il decreto ingiuntivo per il recupero coatto degli stessi.
In data 28 aprile 2015 questo Comitato presentava l’ennesima relazione consegnando al commissario di Calabria Etica i verbali dei lavori svolti invitando, pertanto, a prendere buona nota di quanto segnalato e trasmesso e a rivedere le determinazioni adottate, in funzione non di un nostra convenienza, ma solo per far si che il lavoro iniziato non si disperdesse e che potesse avere un seguito nell’interesse nel tessuto economico calabrese.
Non vorrei avere annoiato chi pazientemente ci sta leggendo, ma era necessario fornire chiarimenti completi riscontrabili in base ad atti certi, cifre reali e cronologia delle date per fare chiarezza sia sulla vicenda che sui lunghi tempi la macchina burocratica della Regione impiega per dare risposte alle imprese.
L’idea di un bando sul mantenimento occupazionale, tra l’altro unica in Italia, era nata per dare sostegno finanziario agli imprenditori coraggiosi, quelli, che nonostante la crisi economica degli ultimi anni, con non pochi sforzi hanno mantenuto ed intendevano mantenere la propria base occupazionale, nella speranza di riagganciare la ripresa. Così si sarebbe aiutato concretamente il tessuto sano dell’imprenditoria calabrese, perché un aiuto al mantenimento, di fatto, diventa propedeutico all’incremento occupazionale.
Infatti ci sono oltre 600 imprese che hanno creduto in questo bando, e noi calabresi oltre ad una innata propensione all’autolesionismo, nella fattispecie abbiamo dimostrato una notevole capacità di autodistruzione, probabilmente perché le idee sono state generate da professionisti esterni, indipendenti dalla stretta logica politica.
I vertici regionali dell’assessorato competente hanno saputo svolgere solo una encomiabile funzione di tipo notarile, legittima, ma senza impegno alcuno a cogliere e sfruttare le altre opportunità che questa misura innovativa avrebbe apportato al comparto delle agevolazioni.
Credo, e se qualcuno mi smentirà ne sarò sinceramente contento, che il management dell’assessorato regionale al lavoro sia stato particolarmente distratto nel non cogliere uno dei pilastri che questo strumento avrebbe comportato, ovvero una pur piccola riduzione della spesa per gli ammortizzatori sociali, visti gli obblighi per le imprese partecipanti.
Tale spesa che ogni giorno sta diventando sempre più importante, è un fondo perduto per la Regione e per la stessa c’è sempre bisogno di reperire nuove risorse finanziarie (tant’è che per pagare gli ammortizzatori sociali sono stati disimpegnati ben 10 milioni di euro dal Credito sociale).
Il paradosso di questa triste storia consiste che ad oggi, siamo quasi ad un anno da quando le imprese avevano presentato le domande di agevolazione, sono trascorsi ben 6 mesi di un’istruttoria già conclusa “in modo illegittimo” e sempre da 6 mesi sono posteggiati presso Calabria Etica i verbali delle istruttorie (circa 750 pag) e la graduatoria dei soggetti beneficiari (fatta in tempi record per i tempi della Regione Calabria). Ancora più paradossale è che, questa rilassata gestione della macchina burocratica regionale è accompagnata da uno strano silenzio di chi istituzionalmente è preposto si
a alla gestione della cosa pubblica che alla salvaguardia degli interessi delle categorie produttive.
“Caro Tonino” (mi permetto di rivolgermi così per la nostra quarantennale conoscenza), mi auguro che la parte finale della tua dichiarazione più che una promessa sia un atto concreto per il mondo imprenditoriale. A me personalmente e agli componenti dell’ormai defunto Comitato, non resta altro che un amaro in bocca perché il nostro lavoro portato a compimento, non è riuscito a contribuire a dare “ossigeno” in tempo utile alle imprese.
Infine, Caro Tonino, un’ultima, anzi una prima cortesia: se sai chi ha diffuso notizie in merito alla graduatoria vai immediatamente in Procura a denunciare; se non sarai in grado di farlo, ti consiglio di astenerti dai tuoi strali sulla illegalità e di non sparare nel mucchio. Questi comportamenti, per come ti ho sempre conosciuto, non appartengono al tuo stile e lasciali fare agli altri. Sai benissimo che la mia storia professionale ha avuto nel cuore, sempre e solo, l’interesse delle imprese e dei loro lavoratori.
Antonio Cusimano
Presidente del Comitato di gestione
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