CATANZARO Solo cinque strutture su nove hanno comunicato al commissario le assunzioni necessarie, ma le richieste sforano già la quota di un migliaio di nuovi assunti annunciata da Scura. Dopo Cosenza, che ha chiesto 319 assunzioni,il Policlinico Universitario Mater Domini di Catanzaro, che reclama 272 nuovi contratti a tempo indeterminato e l’Asp di Crotone, che pretende 157 assunzioni, con le schede che l’Asp di Cosenza e l’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria hanno fatto pervenire agli uffici della Struttura Commissariale per il Piano di Rientro dal disavanzo della sanità calabrese si arriva già a toccare quota 1239 unità. A Cosenza – hanno fatto sapere al commissario, servono 226 assunzioni, che comprendono quelle di 5 primari, 62 medici, 49 infermieri, 50 operatori socio- sanitari e 60 fra tecnici amministrativi e altre figure. Da Reggio comunicano invece che servono con urgenza 22 primari, 94 medici, 50 infermieri, 60 operatori socio-sanitari e 39 altre figure. Istanze che portano i desiderata di nuovi assunti a quota 1239, quando ancora mancano all’appello le schede delle Asp di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria e dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro. Un dato che per i tecnici significa che – a iter concluso – le richieste saranno il doppio delle assunzioni disponibili, dunque solo metà delle necessità di ospedali e aziende sanitarie verrà soddisfatta. Nella pancia delle strutture sanitarie sono dunque destinati a rimanere medici, infermieri e tecnici che prestano servizio con contratti precari e che si sperava di poter stabilizzare tra l’anno in corso e il prossimo. Ma il futuro assetto della sanità calabrese rimane un’incognita alla luce sia delle possibili richieste di mobilità che le nuove assunzioni potrebbero innescare – medici, infermieri e tecnici che potrebbero fare domanda di avvicinamento alla sede di residenza approfittando del migliaio di posti disponibili – sia delle trasformazioni organizzative in itinere, come l’integrazione fra i poli ospedalieri di Pugliese – Ciaccio e Mater Domini di Catanzaro, o l’accorpamento di presidi come Cetraro e Paola. La Cgil auspica che l’intera procedure possa essere svolta di concerto con il sindacato, sottolineando «La contrapposizione che stiamo vivendo in questi giorni e che giorni e che ha caratterizzato l’inizio dell’attività del commissario non può continuare». Scura non commenta ma si dice soddisfatto del lavoro svolto dai poli sanitari. «Tutti si sono impegnati nel lavoro di definizione delle modifiche organizzative di cui le schede sono testimonianza e questo è un aspetto fondamentale di questa delicata partita. Credo invece che si debba lavorare ancora sulla questione di quel personale che non è utilizzato al meglio magari perché fuori dalla sua naturale collocazione, ma serve una interlocuzione sindacale. Per questo – conclude – al più presto conto di incontrare le diverse organizzazioni dei lavoratori per affrontare le questioni organizzative e quelle del personale sotto-utilizzato».
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