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Duisburg, Giuseppe e Sebastiano Nirta assolti dall'accusa di omicidio

REGGIO CALABRIA Quindici agosto 2007, cinquantaquattro colpi rompono il silenzio della notte di Duisburg. Il ristorante italiano “Da Bruno” è teatro di una mattanza. Crivellati dai colpi, a te…

Pubblicato il: 21/07/2015 – 17:12
Duisburg, Giuseppe e Sebastiano Nirta assolti dall'accusa di omicidio

REGGIO CALABRIA Quindici agosto 2007, cinquantaquattro colpi rompono il silenzio della notte di Duisburg. Il ristorante italiano “Da Bruno” è teatro di una mattanza. Crivellati dai colpi, a terra rimangono Tommaso Venturi, Francesco Giorgi, Marco e Francesco Pergola, Marco Marmo e Sebastiano Strangio. Per gli inquirenti, che nel locale troveranno tracce di un rito di affiliazione sono tutti integranti o vicini ai Pelle Vottari e per questo sono stati sacrificati sull’altare di una faida iniziata quindici anni prima da un commando del clan rivale dei Nirta Strangio. Un commando di cui per i pm facevano parte anche Giuseppe e Sebastiano Nirta. Ma per i giudici no. 
La Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria ha assolto dall’accusa di omicidio Sebastiano Nirta, difeso dagli avvocati Antonio Russo, Nico D’Ascola e Francesco Albanese, condannandolo solo a dodici anni per associazione mafiosa al posto dell’ergastolo in precedenza rimediato. Allo stesso modo, si conferma l’assoluzione dall’accusa di omicidio per Giuseppe Nirta, condannato in primo grado a dodici anni per associazione mafiosa e difeso dagli avvocati Antonio Russo e Francesca Milasi. Pena confermata anche per Antonino Flaviano, punito con due anni per aver consegnato la propria carta d’identità a Giovanni Strangio, permettendogli così di sottrarsi alle ricerche dell’autorità giudiziaria che lo riteneva uno dei mandanti della strage di Duisburg. Considerato ideatore ed esecutore materiale della strage, Giovanni Strangio è stato condannato anche in appello all’ergastolo, insieme a Francesco Pelle, alias “Ciccio Pakistan”, ai fratelli Franco e Sebastiano Vottari, accusati a vario titolo dell’omicidio di Maria Strangio; a Giuseppe Nirta, alias “u versu”, e al figlio Francesco Nirta, accusati del delitto di Bruno Pizzata, tutti omicidi che hanno scritto nel sangue la storia della faida fra i clan Pelle-Vottari e Nirta-Strangio. 
Un conflitto di cui la strage del ferragosto 2007 rappresenta l’ultimo atto, voluto dai Nirta Strangio per “punire” l’omicidio di Maria Strangio, moglie di Gianluca Nirta e cugina di Giovanni, uccisa per sbaglio, al posto del marito, in un agguato nel giorno di Natale 2006 in cui rimase ferito anche un bambino di cinque anni. In precedenza, il 4 gennaio del 2007, per lavare nel sangue l’omicidio della donna, era stato ucciso Bruno Pizzata, cognato di Giuseppe Vottari, freddato da numerosi colpi di arma da fuoco mentre era alla guida della sua automobile. Tutte pagine sanguinose della faida di San Luca, consumatasi per anni fra i Nirta – Strangio e i Pelle – Vottari, fra cui l’indagine Fehida è riuscita a mettere ordine.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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