CATANZARO Ricordate la vicenda del manager pagato 600 euro al giorno per “rimettere in ordine” i conti dell’Asp di Reggio? Ecco, secondo i ministeri Salute e Finanze, il commissario alla Sanità, Massimo Scura, ha fatto più di un passo falso. Nel parere non si parla ancora di vero e proprio abuso; vengono però messi nero su bianco tutti i dubbi rispetto ai criteri che hanno portato alla nomina di Pietro Evangelista quale “soggetto attuatore” e sui parametri adottati per la determinazione del suo lauto compenso, «che risultano in contrasto con le disposizioni legislative in materia e appaiono arbitrari a causa della mancanza del riferimento dei criteri adottati e per l’assenza di un limite massimo di giornate lavorative assegnabili al medesimo soggetto attuatore». Una “mazzata” per l’ingegnere abruzzese, a pochi giorni dalla riunione del Tavolo ex Massicci (che vigila sul Piano di rientro) in programma per giovedì prossimo.
L’INCARICO Il campano Evangelista è stato designato il 20 maggio scorso (decreto 40 del commissario) con una mission precisa: dovrà, tra le altre cose, portare a termine l’attività di riconciliazione del debito pregresso dell’Asp 5 e garantire l’allineamento dei pagamenti ai fornitori». Un incarico da far tremare i polsi, vista la condizione in cui versano le casse dell’Azienda. Ma anche vantaggioso: all’advisor viene infatti riconosciuto un “onorario” di 600 euro al giorno «per almeno tre giorni a settimana», Iva esclusa.
IL PARERE Nel parere ministeriale dello scorso 17 luglio, firmato dal direttore generale della Programmazione sanitaria, Renato Botti, il decreto di Scura viene letteralmente smantellato. Appare controversa, in particolare, la decisione di ricorrere a «personale dirigente appartenente ad altre amministrazioni». Una scelta che «deve essere anch’essa corredata da apposita relazione tecnica, idonea a comprovare la relativa sostenibilità, sia con riferimento all’Azienda sanitaria di Reggio Calabria che con riferimento all’equilibrio dell’intero Servizio sanitario regionale nel rispetto dei vincoli di spesa del personale previsti dalla vigente legislazione». Della “scheda tecnica” reclamata dai ministeri, evidentemente, non c’è traccia.
Botti, inoltre, chiede al commissario Scura la conferma dell’«indisponibilità» da parte di altre Aziende sanitarie di personale amministrativo da destinare alle cure dei bilanci dell’Asp di Reggio. Insomma, non esistevano manager “interni” da trasferire al capezzale di un’Azienda in forte difficoltà economica?
CURRICULA A CONFRONTO? Quella di Evangelista è stata una nomina intuitu personae o il frutto di un confronto tra i curriculum di professionisti diversi? Botti ignora le procedure adottate. Tant’è che chiede «se sia stata effettuata una procedura comparativa a evidenza pubblica per l’individuazione del soggetto attuatore».
Ma sono soprattutto i 600 euro al giorno di retribuzione a insospettire i ministeri, che reclamano «un’apposita relazione tecnica idonea a comprovare la relativa sostenibilità, sia con riferimento all’Azienda sanitaria di Reggio Calabria che con riferimento all’equilibrio dell’intero Servizio sanitario regionale».
Un altro rilievo riguarda la normativa utilizzata da Scura per giustificare la presenza di Evangelisti. Il richiamo a un parere (il 417 del 2 ottobre 2013) con il quale i ministeri concordavano di procedere alla nomina di un advisor nell’ospedale di Cosenza (quale responsabile del Servizio trasfusionale) «non appare pertinente con la tematica trattata». L’ex decreto legge 159 del 2007, infatti, stabilisce che il commissario, per attuare il Piano di rientro dal debito, può «motivatamente» disporre, nei confronti dei direttori generali delle Aziende, «la sospensione delle funzioni in atto, che possono essere affidate a un soggetto attuatore». Ma nel caso di Evangelista non è successo nulla di tutto questo: l’advisor è stato “calato dall’alto” senza che qualche altro manager fosse stato prima messo ai box. Pertanto, insiste Botti, la nomina del “soggetto attuatore” «non risulta conforme alla richiamata normativa».
CONSULENTI Non è l’unica nota dolente. Nel mirino dei ministeri ecco anche i due incarichi di consulenza a professionisti esperti in materia legale richiesti dal commissario dell’Asp di Reggio, Santo Gioffrè, e avallati da Scura, dal suo “vice”, Andrea Urbani e dall’ex dg del dipartimento Salute, Bruno Zito. Botti ritiene che «debba essere adeguatamente giustificata l’autorizzazione all’affidamento di detti incarichi di consulenza anche in termini di rapporto costi/benefici, ovvero vada valutato se tale soluzione consenta minori oneri correlati a una maggiore celerità nelle procedure di regolarizzazione delle poste debitorie». Senza dimenticare che deve essere «esplicitata la procedura da seguire per l’assegnazione di tali incarichi e il relativo costo». In più, sottolinea Botti, anche in questo caso «la durata dei predetti incarichi risulta indeterminata così come il relativo compenso». La conclusione è quasi scontata: i ministeri vogliono un’«apposita relazione tecnica idonea a comprovare la relativa sostenibilità, sia con riferimento all’Azienda sanitaria di Reggio Calabria che con riferimento all’equilibrio dell’intero Servizio sanitario regionale».
Finito? No, dal momento che, a Roma, non colgono i richiami di Scura al rispetto del principio di sussidiarietà e di quello di leale collaborazione (articolo 120 della Costituzione), «atteso che lo stesso è riferito ai rapporti tra Stato e Regione».
SCURA SI DIFENDE Il parere sulla nomina di Evangelisti, nei giorni scorsi, è finito sulla scrivania di Scura. Che ha immediatamente scritto una lettera ai ministeri nella quale ha ribadito l’«assoluta necessità di una scelta esterna strettamente fiduciaria» a causa di «evidenti problemi ambientali». Chissà se basterà a giustificare la presenza di un manager da 600 euro al giorno arrivato chissà come.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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