CATANZARO Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto e il sostituto Pierpaolo Bruni, titolari dell’inchiesta “Acheruntia”, avevano chiesto l’arresto di Michele Trematerra, ex assessore all’Agricoltura della Regione Calabria, originario di Acri, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, ma il gip non ha concesso l’arresto e per quanto riguarda il concorso esterno ha ritenuto che «gli elementi posti dall’accusa a sostegno della mozione cautelare non siano sufficienti per ascrivere all’indagato la condotta di concorrente esterno in quanto non emerge la prova di un concreto ed effettivo contributo prestato da Trematerra a favore dell’associazione, emergendo, al contrario, piuttosto chiaramente, l’esistenza di una reiterata condotta di favore nell’interesse esclusivo di Angelo Gencarelli e di soggetti comunque ricollegati a interessi personali (ed economici) di quest’ultimo». Una decisione contro la quale i magistrati della Direzione distrettuale antimafia hanno deciso di fare ricorso in appello. Secondo i pm sono certi e sussistenti gli elementi per dimostare il legame tra l’ex assessore e la cosca cosentina “Lanzino-Ruà”. Secondo l’accusa, la cosca avrebbe cercato di procacciare voti per Trematerra in occasione delle elezioni regionali del 2010 e i suoi componenti erano dediti, fra l’altro, a “condizionare” l’attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria e del Comune di Acri per l’aggiudicazione di appalti pubblici nel settore della forestazione a favore di società di riferimento dello stesso sodalizio di ‘ndrangheta. Al centro delle indagini c’è l’ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, considerato elemento di spicco della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Ruà”, e grande elettore e collaboratore di Trematerra.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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