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Niente paura, rinviata l'assemblea del Pd

LAMEZIA TERME Nessuna sorpresa sul fronte Pd: l’assemblea regionale del partito, convocata per giovedì a Falerna, è stata nuovamente rinviata. Questa volta la data giusta, individuata dal pres…

Pubblicato il: 22/07/2015 – 11:50
Niente paura, rinviata l'assemblea del Pd

LAMEZIA TERME Nessuna sorpresa sul fronte Pd: l’assemblea regionale del partito, convocata per giovedì a Falerna, è stata nuovamente rinviata. Questa volta la data giusta, individuata dal presidente Peppino Vallone e dal segretario Ernesto Magorno, dovrebbe essere quella di venerdì 31 luglio. Alla base di questa decisione c’è la necessità di assicurare la propria presenza giovedì a Montecitorio dove è in programma il voto di fiducia sul decreto legge in materia fallimentare.
Dunque, timing spostato in avanti ma problemi che restano tutti sul tappeto in casa dem. Su tutti quello dell’individuazione del nuovo presidente del consiglio regionale dopo le dimissioni di Tonino Scalzo. L’appuntamento a Palazzo Campanella è in programma per martedì e mercoledì prossimi, tre giorni prima della riunione del parlamentino dem. È chiaro, a questo punto, che la soluzione al rebus dovrà essere trovata (more solito) a Roma. Tra i seguaci del segretario-premier c’è la convinzione di poter uscire dall’angolo senza troppi affanni, magari con il supporto del duo Lotti-Guerini. Per la poltrona più ambita dell’Astronave i nomi più gettonati sono quelli di Mimmo Battaglia, Nicola Irto e Arturo Bova. Se passasse uno tra i primi due, si aprirebbe la questione più ampia di trovare un giusto equilibrio territoriale nell’Ufficio di presidenza. Battaglia e Irto sono reggini così come l’attuale vicepresidente Francesco D’Agostino e il segretario-questore Peppe Neri. Tre su cinque provenienti dalla stessa provincia con Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia completamente lasciati fuori.
C’è un poi un particolare da tenere in considerazione: per l’elezione del presidente serve, nei primi due scrutini, il consenso dei due terzi dell’assemblea ovvero sono necessari i voti dei tre esponenti del Nuovo centrodestra, tentati, in questo momento, anche dall’offerta di Forza Italia di votare contro la presa d’atto delle dimissioni di Scalzo. Certo, con la riconferma di Pino Gentile alla vicepresidenza ogni discorso fin qui fatto andrebbe rivisto. Stesso discorso vale per l’altro segretario-questore, Giuseppe Graziano. L’esponente di Forza Italia ha fatto muro davanti alla richiesta, avanzata dagli altri esponenti azzurri, di presentare le firme per il referendum contro le modifiche statutarie. «Un favore a Oliverio», è stato il commento più tenero dei forzisti. Graziano, che finora è rimasto abbastanza defilato, spera in un segnale di apertura della maggioranza di centrosinistra.

an. ri.

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