ROMA «La Fondazione Alleanza Nazionale deve tornare a fare politica trasformandosi in un soggetto politico». A chiederlo sono sei quarantenni (Sabrina Bonelli, Michele Facci, Fausto Orsomarso, Andrea Santoro, Gianluca Vignale, Alessandro Urzì), iscritti alla Fondazione e tutti impegnati politicamente sul territorio, in una mozione in cui si chiede alla Fondazione di «svolgere un’azione politica che si traduca in forme di rappresentatività elettiva nelle diverse istituzioni».
«Con la fine del progetto del partito unico del centrodestra rappresentato dal Popolo della Libertà – si legge nel testo della mozione – sono venute meno le condizioni politiche che hanno portato allo scioglimento di Alleanza Nazionale; che l’approvazione della nuova legge elettorale per la Camera impone al centrodestra di ritrovare un percorso comune, nel quale la Destra proveniente da Alleanza Nazionale non può entrare frammentata», è la constatazione dalla quale partono, nella mozione lanciata oggi in vista dell’Assemblea nazionale della Fondazione indetta per il prossimo 3 ottobre, i sei firmatari. Da qui, l’invito affinché la Fondazione An si trasformi in un soggetto politico, «attraverso l’aggregazione degli italiani che si riconoscono nei principi espressi dall’articolo 1 dello Statuto del Movimento politico Alleanza Nazionale al momento del Congresso di scioglimento del marzo 2009», si legge ancora nella mozione che parte dal presupposto – sottolineato da Urzì – che in Italia «c’è una generazione di trentenni e quarantenni che chiede fortemente di rimettere in moto il patrimonio di una destra che non ha più una casa politica in cui riconoscersi».
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