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Lsu-lpu, a Roma è ancora fumata nera

LAMEZIA TERME La notte di discussioni e trattative non ha portato al risultato sperato, così rimane ancora appeso a un filo il futuro di molti lsu-lpu che prestano servizio presso le amministr…

Pubblicato il: 23/07/2015 – 20:05
Lsu-lpu, a Roma è ancora fumata nera

LAMEZIA TERME La notte di discussioni e trattative non ha portato al risultato sperato, così rimane ancora appeso a un filo il futuro di molti lsu-lpu che prestano servizio presso le amministrazioni locali calabresi. Dopo la prima bocciatura, nella commissione Bilancio del Senato, dell’emendamento firmato dai senatori Doris Lo Moro (Pd) e Nico D’Ascola (Ncd) che accoglieva le deroghe normative utili a risolvere i problemi che si sono già manifestati nei Comuni che in questi mesi hanno utilizzato gli lsu-lpu per 36 ore settimanali, nella tarda serata di ieri i senatori calabresi avevano tentato di riportare il provvedimento al centro dei lavori dell’organismo parlamentare. Il loro tentativo si è però rivelato vano, e ad aggiungere ulteriore incertezza alla questione c’è la volontà del governo di porre la fiducia, lunedì prossimo, sul decreto di riforma degli enti locali, che quindi non potrà essere modificato con l’emendamento “salva lsu-lpu”. Il provvedimento presentato da Lo Moro e D’Ascola mirava infatti a superare il problema degli enti che hanno già raggiunto il monte ore massimo di utilizzazione dei lavoratori nei sei mesi appena trascorsi, e avrebbe di fatto parificato la quota di finanziamento regionale (38 milioni di euro messi a disposizione dalla giunta Oliverio) a quella ministeriale (50 milioni per gli anni dal 2015 al 2017), rendendo subito utilizzabili tutti i fondi ed evitando il fermo dei dipendenti e il conseguente blocco di molti servizi resi alle amministrazioni locali.
Per tutta la giornata e la serata di ieri ci sono stati contatti continui tra gli esponenti calabresi del Pd e i rappresentanti del governo per evitare che la bocciatura dell’emendamento abbia conseguenze nefaste per gli lsu-lpu: la volontà politica di porre rimedio all’«incidente», assicurano da Roma, c’è tutta, per questo si sta valutando di agganciare il provvedimento – su cui oltre all’accordo politico c’è anche l’ok della Ragioneria dello Stato – a un’altra norma da approvare in Parlamento nel più breve tempo possibile. Quale possa essere questa norma, per adesso, non è dato saperlo, ma a garantire l’appoggio del governo in questo senso, nel pomeriggio di ieri, è stata anche il ministro Maria Elena Boschi che si è incontrata a Montecitorio con il governatore Oliverio e con il segretario regionale del Pd Magorno. Nei fatti, ad ogni modo, la matassa rimane ancora tutta da sbrogliare e, in attesa di capire quale soluzione legislativa si cercherà di percorrere a Roma, il presente di moltissimi lavoratori calabresi resta, dopo quasi un ventennio di lavoro nero “legalizzato”, ancora sospeso nel limbo della precarietà.

 

Sergio Pelaia

s.pelaia@corrierecal.it

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