Asp di Cosenza, dirigente "appeso" alla legge Severino

COSENZA C’è un po’ di concitazione nelle stanze dell’Asp di Cosenza. La posizione di un dirigente dell’Azienda sanitaria è appesa al filo della legge Severino. Dopo la condanna nel processo per le autoassunzioni del 2008, per Remigio Magnelli (e anche per l’ex dg Franco Petramala e per Michele Fazzolari), che dirige l’unità operativa complessa Risorse umane, potrebbero scattare gli effetti della norma anticorruzione. Per il capo del personale di via Alimena, nei giorni scorsi, è arrivata una condanna a un anno in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione. Tutto riportato dalle cronache, ma la storia potrebbe non finire qui. La legge voluta dall’ex ministro della Giustizia, infatti, obbliga gli enti pubblici a non assegnare incarichi dirigenziali di vertice a quanti siano stati condannati, anche con sentenza non definitiva, proprio per reati contro la pubblica amministrazione.
Su Magnelli, dunque, aleggia da venerdì scorso la sospensione e la “retrocessione” a un incarico non dirigenziale. Tutto è subordinato al ricevimento, da parte dell’Azienda sanitaria, del dispositivo della sentenza.
Finora, però, nulla è cambiato, visto che il manager ha controfirmato – la firma principale è del commissario dell’Asp Gianfranco Filippelli – , un atto come la richiesta di autorizzazione al commissario Scura per l’indizione del concorso per primario di anestesia di Paola-Cetraro. Che fine faranno gli atti firmati rivisti alla luce della legge Severino?

p. p. p.