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Consiglio, il campo minato di Oliverio

LAMEZIA TERME «Questa volta non andrà come a gennaio quando Scalzo venne eletto con i voti unanimi di tutta la maggioranza. Questa volta sarà diverso…». Settantadue ore separano il Pd dall’app…

Pubblicato il: 24/07/2015 – 15:02
Consiglio, il campo minato di Oliverio

LAMEZIA TERME «Questa volta non andrà come a gennaio quando Scalzo venne eletto con i voti unanimi di tutta la maggioranza. Questa volta sarà diverso…». Settantadue ore separano il Pd dall’appuntamento cruciale in consiglio regionale. Tre giorni di tempo per trovare la quadratura ed evitare quelle che nel partito vengono definite «trappole pericolose». Dove per «trappole» vengono definiti tutti i possibili inciampi del centrosinistra quando ci sarà da affrontare il dibattito in Aula sulle dimissioni del presidente del consiglio regionale Tonino Scalzo. L’accordo sul nome del successore manca, ma quello che più preoccupa sono le sorprese che potrebbero arrivare dal segreto dell’urna. Siamo allo showdown, insomma. E sarà martedì il giorno in cui si capirà se Mario Oliverio può ancora contare sul sostegno incondizionato dei suoi consiglieri.

Le avvisaglie che arrivano non dovrebbero lasciare tranquillo il governatore: c’è la fronda nella lista “Oliverio Presidente” guidata da Orlandino Greco; c’è il malcontento di Flora Sculco, che rivendica spazio negli nuovi assetti dell’Ufficio di presidenza; c’è la delusione di Carlo Guccione, che dopo l’esclusione dalla nuova giunta annuncia attraverso la corrente dei Giovani turchi di considerare il Pd calabrese «una sigla che accorpa comitati elettorali»; c’è il silenzio di Vincenzo Ciconte, altro grande escluso del nuovo esecutivo.

Ci sono, in buona sostanza, tanti motivi per non restare sereni. Il governatore sembra aver fiutato la trappola ed è per questo che sul punto ha assunto un basso profilo. «Tocca ai renziani – è il ragionamento affidato da Oliverio ai suoi – offrire un nome per la presidenza. Lo valuteremo assieme e poi decideremo cosa fare». Ostenta tranquillità, il presidente della giunta. Ma è chiaro che quello in programma la prossima settimana a Palazzo Campanella è il passaggio più delicato di questo primo scorcio di legislatura. 

Nel weekend Ernesto Magorno dovrebbe chiamare tutti a rapporto per serrare le file e preparare le truppe alla “guerra” in consiglio regionale. Con un centrodestra intenzionato a mettere i bastoni tra le ruote, votando contro le dimissioni di Scalzo, il rischio di brutte sorprese è dietro l’angolo. L’ordine di scuderia è quello di evitare fughe in avanti anche se le ultime uscite di Sculco, Greco e Guccione non lasciano ben sperare. Quanto ai nomi che circolano per la presidenza, restano in pista sempre quelli di Mimmo Battaglia, Nicola Irto e Arturo Bova. 

Attenzione alla variabile chiamata Nuovo centrodestra. Già, perché i voti degli alfaniani, così come successo in occasione dell’elezione di Scalzo, sono decisivi per favorire la scalata alla guida dell’Assemblea già durante i primi due scrutini quando è necessario raggiungere la maggioranza dei due terzi. Non è scontato ma non è nemmeno da escludere che il successore di Scalzo debba avere come requisito quello di essere ben visto dai vertici di Ncd.

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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