COSENZA «Gli interventi di mitigazione del rischio non hanno, però, consentito agli esperti di declassificare la zona di Zumpano da R4 (altissimo rischio) a R2 (rischio medio). In sostanza, l’area dell’intervento, da un punto di vista amministrativo, è rimasta ancora a rischio R4, rischio molto elevato: quando esistono condizioni che determinano la perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone; gravi danni agli edifici e alle infrastrutture, gravi danni alle attività socioeconomiche». È questo uno dei punti essenziali su cui si basa l’esposto, presentato dal coordinamento di Libera di Cosenza. In base a questa denuncia – corroborata da una corposa documentazione e di studi specifici – la Procura di Cosenza ha aperto una nuova inchiesta sullo smottamento che incombe sul cinema multisala “Andromeda River” e su altre attività commerciali, tra le quali anche il centro commerciale Lidl e sul quale si sta già celebrando un processo. Nei giorni scorsi, la polizia giudiziaria, su indicazione del procuratore aggiunto Marisa Manzini, ha effettuato dei sopralluoghi in zona per verificare quanto denunciato dal coordinamento “Roberta Lanzino” di Libera Cosenza. Che quell’area fosse a rischio è stato segnalato più volte e da tempo. Nel nuovo esposto viene inserita anche la circolare dell’Autorità di bacino del 25 gennaio del 2013 in cui si legge che «le aree soggette a ordinanza della Protezione civile (come quella della zona Lidl-multisala di Zumpano interessata da ordinanze di Protezione civile dopo la frana distruttiva del 2 marzo 2011 e del febbraio 2010) associate a significativi dissesti per frane, esondazioni o mareggiate, dovranno essere considerate, in via cautelativa, come area a rischio R4 (frana/idraulico) o R3 (erosione costiera), con imposizione delle relative misure di salvaguardia di cui alle norme del Pai».
Come risulta dalla relazione “Studio di compatibilità geomorfologica”, redatto dai geologi Beniamino Caira e Massimo Aita nel novembre del 2010 su incarico del Comune di Zumpano, relativo agli “Interventi di mitigazione e riduzione del rischio da frana per le località: strada variante, zona commerciale Lidl e Vence”, «tali interventi – è scritto nell’esposto – sono stati effettuati in aree di privati con fondi pubblici, dal momento che nella premessa della relazione scrivono che questi interventi rientrano “nel contesto del Piano generale degli interventi per la difesa del suolo in Calabria, prima fase, articolo 1 comma 6 dell’Opcm 3471 del 18-2-20092”. In sostanza – è messo nero su bianco – tutto questo significa che prima si è consentito ai privati di costruire in area di frana, e poi si è tentato di attingere a fondi pubblici per rimediare all’opinabile gestione del territorio».
«IL LIDL VA DEMOLITO» «Ai sensi dell’articolo 16 comma 7 delle Nams del Pai – è scritto nell’esposto di Libera che ha analizzato ogni virgola della relazione dell’Autorità di bacino – il Lidl, sventrato dalla frana del 2 marzo del 2011 dovrebbe essere demolito (“sugli edifici già compromessi nella stabilità strutturale per effetto dei fenomeni di dissesto in atto sono consentiti solo gli interventi di demolizione senza ricostruzione e quelli volti alla tutela della pubblica incolumità”). A distanza di più due anni la demolizione non è stata ancora effettuata ma addirittura, nell’aprile del 2013, il Lidl è stato riaperto». E va oltre: «E se anche, per ipotesi, la procedura fosse stata corretta, una considerazione – rispondente alle più elementari norme del buon senso – viene spontanea: in un’area in cui circolano ogni giorno migliaia di persone (multisala e centro commerciale annesso), il rischio non può essere semplicemente “ridotto o mitigato” (come indicato nel parere di conformità geomorfologica trasmesso dall’Autorità di bacino), ma deve essere senza alcun dubbio completamente annullato. A questa considerazione si sommano le dichiarazioni fatte dall’ingegnere Salvatore Siviglia dell’Autorità di bacino (che rappresenta – si ribadisce – la massima autorità istituzionale preposta alla definizione delle aree a rischio idrogeologico e dei relativi vincoli) nella trasmissione “Presa diretta” del 12 febbraio del 2012 che (in questa occasione e contraddittoriamente) definisce stavolta inadeguata la rete realizzata a monte del multisala, affermando che il rischio è solo mitigato ma non eliminato e che per eliminare il rischio “si dovrebbe spostare tutta la montagna”. Riferendosi all’operato del sindaco di Zumpano nel concedere il permesso di costruire, Siviglia afferma testualmente “questa è una puttanata pesante… non andava fatto. Non puoi bloccare un costone di cento metri con quegli interventi di sistemazione (reti, ndr)”. Infine alla domanda dell’intervistatore Domenico Iannaccone “con tutte le piogge, se collassa quella montagna, di chi è la colpa?”, Siviglia risponde perplesso: “Sicuramente i problemi ci stanno…”. E questa affermazione – denuncia il coordinamento di Libera, pronunciata dalla massima autorità istituzionale preposta alla definizione delle aree a rischio idrogeologico e dei relativi vincoli, grava come un macigno su un’area in cui circolano quotidianamente migliaia di persone, soprattutto se si immagina un evento tipo Maierato… i terreni (sabbie e argille) non sono poi tanto dissimili».
«ASSOLUTA INSUFFICIENZA DELLE RETI DI PROTEZIONE» Nell’esposto viene ribadito a chiare lettere che «nel periodo gennaio-marzo 2013 sul versante sovrastante il Lidl sono state realizzate delle reti con abbinati teloni e chiodature che, come nel caso del multisala, sono mirate a ridurre ma non annullare il rischio idrogeologico di un’area R4 – dove, si ribadisce per l’ennesima volta, “esistono condizioni che determinano la perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone…” nella quale circolano ogni giorno migliaia di persone. Dulcis in fundo nell’aprile del 2013 il Lidl è stato riaperto al pubblico».
I due nuovi eventi franosi, verificatisi dopo il dissequestro, che testimoniano da un lato «il mancato effettivo consolidamento del costone e, dall’altro, l’assoluta insufficienza delle reti di protezione – peraltro vistosamente danneggiate e strappate, e delle chiodature ivi apposte a evitare rischi per l’incolumità delle persone in una zona densamente frequentata e priva di idonee vie di fuga (di fronte c’è il fiume…). Appare, dunque, certo che nell’area del multisala “Andromeda river” e del Lidl di Zumpano persistono condizioni di elevato rischio frana e alluvione che possono provocare – senza dubbio alcuno – la morte delle persone che vi transitano quotidianamente».
Il coordinamento di Libera Cosenza, rivolgendosi all’autorità giudiziaria, non solo denuncia una situazione di estrema pericolosità fornendo documenti e numeri, ma chiede anche di «adottare misure cautelari che ravviserà urgenti e/o di necessità disponendo – ove ritenuto – il sequestro delle aree a rischio R3 e R4 in quanto sussiste il concreto e imminente pericolo per l’incolumità pubblica e privata derivante da possibili ulteriori eventi».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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