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IL SACCO DELLA SANITÀ | Così hanno svuotato le casse dell'Asp di Reggio

REGGIO CALABRIA La storia delle doppie fatture pagate dalla sanità reggina e dei pignoramenti “monstre” scoperti dal commissario dell’Asp Santo Gioffrè è una plastica dimostrazione di forza della t…

Pubblicato il: 25/07/2015 – 15:54
IL SACCO DELLA SANITÀ | Così hanno svuotato le casse dell'Asp di Reggio

REGGIO CALABRIA La storia delle doppie fatture pagate dalla sanità reggina e dei pignoramenti “monstre” scoperti dal commissario dell’Asp Santo Gioffrè è una plastica dimostrazione di forza della trasparenza. Un paio di funzionari capaci hanno aperto il vaso di Pandora dei decreti ingiuntivi gonfiati e dei pagamenti duplicati. Dal vaso degli sprechi e della malagestione potrebbero spuntare decine di milioni di euro. I primi sono già stati rintracciati sulle rotte che dall’Asp portano a Villa Aurora, clinica verso la quale era stato emessa una fattura da 6 milioni di euro, che solo in extremis è stata bloccata.

Ma molte altre stranezze sono emerse nella ricognizione avviata dal nuovo manager e dal consulente Pietro Evangelista e dal piccolo team legale nato nelle stanze dell’Asp. Fatti, circostanze e nomi dei beneficiari di un meccanismo che ha prosciugato le casse della sanità. E, nel corso degli anni, ha potuto contare su complicità e coperture all’interno dell’Azienda.

 

I PIGNORAMENTI GONFIATI Per venire a capo dei guai finanziari sono bastate una telefonata e la disponibilità di un dirigente della Bnl, banca che gestisce la tesoreria dell’Asp. Con tutte le informazioni a disposizione non è stato difficile scoprire i meccanismi che hanno “consumato” la sanità reggina. Dalla lettura dei file relativi ai pignoramenti presso terzi eseguiti dai creditori nel corso del 2015 e alle assegnazioni disposte dal giudice per lo stesso periodo sono emerse le prime perplessità. Innanzitutto l’assenza di corrispondenza tra i titoli eseguiti e la misura degli importi pignorati. A un debito di importo modesto seguivano, spesso, pignoramenti per milioni di euro. Evangelista ha messo in evidenza almeno due casi limite. Quelli della Itop spa e di Autonomi srl. In uno di questi casi, come si vede nella tabella, si parte da un credito di 15mila euro per arrivare a una somma pignorata che supera i 4,3 milioni.

 

pignoramenti

 

Com’è possibile? La divergenza dei dati è la conseguenza degli interventi operati da altri creditori in procedure già pendenti e dell’estensione del pignoramento. In pratica, se un creditore apre una “breccia” sui conti dell’Asp, altri possono unirsi e pignorare le somme dovute. Basta che qualcuno si dichiari creditore ed emetta una fattura milionaria, la iscriva nelle scritture contabili della propria azienda e si presenti in un tribunale in cui si sta già discutendo del pignoramento da parte di un altro creditore. A quel punto, un titolo di poche centinaia di euro può trasformarsi in un salasso per le casse pubbliche. La legge, ovviamente, prevede una tutela per il debitore: basta presentarsi in udienza e controdedurre. Insomma, bisogna opporsi alla richiesta, perché può darsi che la fattura non sia dovuta o riporti una somma superiore al dovuto. Il fatto è che l’Asp di Reggio Calabria, che ha tre avvocati a libro paga, non si presentava quasi mai. E la stessa legge spiega che «se il debitore non compare, si intendono riconosciuti tutti i crediti per i quali hanno avuto luogo interventi in assenza di titolo esecutivo». Un “giro” perverso, e con responsabilità precise all’interno dell’Azienda, che potrebbe essere costato parecchi milioni di euro. Una vera e propria emergenza, che ha convinto il commissario Gioffrè, assieme ai legali, a presenziare alla prima udienza utile dopo la scoperta dei fatti. Così, nel tribunale di Catanzaro, il 25 luglio, l’Asp è riuscita a far rinviare procedure esecutive per un importo pari a circa 10 milioni di euro. Ora le singole posizioni debitorie potranno essere esaminate con calma. E si pagherà il giusto.

 

LE FATTURE RADDOPPIATE L’altro “grosso guaio” a Palazzo Tibi erano le doppie fatture. Pure queste saltate fuori dall’esame dei dati trasmessi dalla Bnl. In sostanza, alcuni creditori avrebbero promosso con lo stesso titolo esecutivo pignoramenti in diversi tribunali. Di conseguenza, nel caso di dichiarazioni positive da parte del tesoriere, in passato sono stati posti vincoli su somme di importo doppio, con il rischio di pagare due volte la stessa fattura. Anche in questo caso sono emersi nomi e fatture che l’Asp ha segnalato all’autorità giudiziaria: Itop spa Officine ortopediche, Autonomi srl, International factors Italia, Farmacia Pulitanò, Giada Valensise. Il totale delle doppie fatture fa 17,5 milioni di euro.

 

doppie fatture 1

doppie fatture 2

 

Un altro “buco” gigantesco. L’ennesimo per una sanità che andava allo sbando per i cittadini e per alcuni creditori, costretti ad aspettare per i pagamenti. Mentre altri, più fortunati o dotati di agganci migliori, riuscivano a incassare più del dovuto. Anche il doppio, a volte. (1. continua)

 

Pablo Petrasso

p.petrasso@corrierecal.it

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