CATANZARO Ufficialmente si tratta di un'”opposizione”, del tutto canonica, tra governo e Regione. Sullo sfondo, invece, si può intravedere l’ormai quasi abituale scontro tra Massimo Scura e Mario Oliverio. Motivo del contendere: l’ultima Finanziaria regionale, nella quale è stato inserito il blocco delle procedure di accreditamento in relazione alle nuove strutture socio-sanitarie (Rsa).
In un’altra circostanza non si potrebbe andare oltre la mera cronaca: l’esecutivo nazionale non gradisce una legge e la impugna davanti alla Corte costituzionale; la Regione, per tutta risposta, presenta ricorso. Ma qui le cose stanno diversamente. Perché l’ultima mossa del governatore è un vero e proprio contrattacco alla sortita del commissario alla Sanità che, circa un mese fa, aveva scritto ai ministeri della Salute e dell’Economia per segnalare le anomalie della legge 11 e per sollecitare i necessari approfondimenti.
OLIVERIO REAGISCE Il premier Renzi, in tempi record, aveva accolto i rilievi del suo “delegato” e disposto l’impugnativa della norma davanti alla Consulta. È il 23 giugno. Un mese dopo arriva la reazione: Oliverio e la sua giunta, durante la riunione di oggi, deliberano la costituzione in giudizio della Regione contro il ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri. Atti dovuti, certo. Ma che i più maliziosi potrebbero interpretare come un gesto di caparbietà politica. Ovvero attraverso uno schema poco burocratico e molto umano: la volontà di Oliverio di non “piegare la testa” di fronte ai diktat del commissario abruzzese.
LA SEGNALAZIONE DI SCURA Nella sua lettera ai ministeri, Scura non era andato troppo per il sottile, sottolineando che la legge determinava «una chiara lesione delle prerogative della struttura commissariale» e metteva «a repentaglio l’attuazione della riorganizzazione della rete territoriale attualmente in corso di approvazione e, conseguentemente, l’implementazione dei Programmi operativi 2013-2015».
L’attenzione del commissario si rivolgeva anche al passaggio della manovra che stabilisce il trasferimento delle competenze relative alla cosiddetta “quota sociale” delle prestazioni in materia socio-sanitaria (erogate dalle strutture accreditate) dal dipartimento Politiche sociali a quello della Salute. Riorganizzazione che, secondo il commissario, potrebbe comportare conseguenze economiche non trascurabili, con il rischio di «determinare, per il futuro, una commistione delle risorse utilizzate per l’espletamento delle attività sanitarie e di quelle socio-sanitarie, favorendo la possibilità di utilizzo delle risorse del fondo sanitario regionale per coprire i costi della cosiddetta componente sociale».
Renzi ha infine avallato i dubbi di Scura. E Oliverio ha prontamente reagito. Lo scontro si deciderà ora davanti alla Consulta. Ma sarà solo un altro capitolo di una guerra che sembra appena iniziata.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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