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Meduri: nel Pd deficit di democrazia

LAMEZIA TERME Finora è rimasto in silenzio, sperando in cuor suo che il delfino Mimmo Battaglia potesse strappare il pass per l’elezione a presidente del consiglio regionale. Ora che i giochi sono …

Pubblicato il: 30/07/2015 – 13:02
Meduri: nel Pd deficit di democrazia

LAMEZIA TERME Finora è rimasto in silenzio, sperando in cuor suo che il delfino Mimmo Battaglia potesse strappare il pass per l’elezione a presidente del consiglio regionale. Ora che i giochi sono chiusi, con la promozione a grande maggioranza di Nicola Irto («un ottimo ragazzo, preparato, competente, saprà fare bene il suo lavoro»), Gigi Meduri rompe il silenzio di questi ultimi mesi. Le sue sono punture di spillo rivolte soprattutto ai vertici del Pd calabrese dopo la decisione, partorita di comune accordo dai big del partito, e formalizzata dal duo Vallone-Magorno, di rinviare l’assemblea regionale. «Dopo il nuovo posticipo – dice l’ex sottosegretario del governo Prodi – mi viene da pensare che una riunione ci sarà, magari quando dovremo individuare i tre “nominati” dell’Italicum. Battute a parte, credo che sia un errore rimandare quest’appuntamento tanto atteso dalla nostra base. Sarebbe stato un momento di confronto utile per fare il punto dopo gli importanti avvenimenti di queste ultime settimane».
Meduri giura di non volere aprire fronti polemici e allontana con decisione i sospetti che questa uscita allo scoperto possa essere collegata alle ultime vicende in consiglio regionale: «Ma è indubbio che nel Pd calabrese bisogna recuperare terreno sul confronto interno. Penso a quello che è stato definito “caso Lanzetta”. Le sue denunce sono cadute nel vuoto, nessuno si è preoccupato di sviluppare una discussione o un confronto sugli interrogativi che l’ex ministra ha sollevato. Così come nessun segnale di novità è arrivato sull’incompatibilità dei tre segretari provinciali di Catanzaro, Reggio Calabria e Vibo Valentia che, a norma di Statuto, da tempo avrebbero dovuto lasciare l’incarico».
Qualcosa, comunque, è cambiato e la fase avviata con il varo della nuova giunta, con l’elezione del successore di Tonino Scalzo al vertice di Palazzo Campanella, ha determinato, per Meduri, anche un cambio nei rapporti di forza tra esecutivo e partito. «Oliverio – spiega ancora l’esponente dell’assemblea nazionale dem – non ha più necessità di tenere in piedi un’interlocuzione costante con il Pd calabrese. È con Roma che il governatore deve preoccuparsi di mantenere buoni rapporti. Col Nazareno e Palazzo Chigi, per intenderci. E quando parlo del governo mi riferisco a Marco Minniti, il cui impegno, gliene voglio dare atto, ha permesso di superare questa lunga fase di impasse politica e di recuperare il rapporto con il Nuovo centrodestra di Gentile».
Il varo della nuova giunta, ma non solo. «Lo zampino del sottosegretario – conclude Meduri – è stato decisivo per chiudere in maniera positiva la vertenza degli lsu-lpu».

an. ri.

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