LAMEZIA TERME A.A.A. cercasi centrodestra. Divisa in mille rivoli, attraversata da guerre intestine e sospetti di tradimento, l’Armata invincibile è diventata ex. Indebolita dalla caduta traumatica di Peppe Scopelliti, la coalizione che alle ultime regionali ha sostenuto Wanda Ferro assomiglia a un arcipelago di isole, ognuna dotata di proprie regole.
L’ultimo consiglio regionale ha solo certificato una tendenza che si è consolidata negli ultimi mesi. E così, incassato il flop di non essere riusciti a rendere difficoltoso il passaggio tra Scalzo e Irto al vertice di Palazzo Campanella (si narra, addirittura, che tra i 23 consensi raccolti dal giovane renziano ce ne sia qualcuno arrivato dagli scranni di Forza Italia), adesso ci si lecca le ferite di questo ennesimo passaggio a vuoto. La pausa estiva servirà per tirare un po’ il fiato, ma non per fermare progetti già avviati. Come quelli di Giuseppe Graziano, il consigliere regionale che forse più di tutti ha rimarcato una certa autonomia dalla linea tracciata dal ponte di comando azzurro. Le prossime settimane saranno quelle decisive per capire cosa fare, se accettare il braccio teso da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia ovvero dare vita a un movimento (l’ennesimo) a forte impronta meridionalista. A questo proposito Graziano si starebbe già muovendo per dare alle stampe logo e slogan della nuova iniziativa politica.
Da un frondista all’altro. È il caso di Ennio Morrone, consigliere regionale di Forza Italia finito sotto i riflettori per il suo rifiuto a firmare la richiesta di referendum per bloccare il nuovo Statuto voluto da Mario Oliverio. I dissapori con Wanda Ferro sono noti e riguardano il seggio conteso dai due nell’Astronave. Il fatto nuovo, semmai, riguarda l’attrazione per i movimenti civici, che Morrone vorrebbe mettere in campo a partire delle comunali di Cosenza. Sarebbe un modo, quello tentato dall’ex parlamentare dell’Udeur, per rompere gli schemi tradizionali e costruire nuove aggregazioni attorno a programmi condivisi. «Riprendiamo l’idea del vecchio Ugo La Malfa», è la battuta che si lascia scappare Morrone con chi in queste ore cerca di capire le sue intenzioni. Chissà se dietro questo esperimento civico non ci sia la volontà di rilanciare un asse con Giacomo Mancini, che scalpita per candidarsi a sindaco di Cosenza.
Sempre nella città dei Bruzi, poi, potrebbe avere una solida base la nuova Alleanza nazionale di Fini e Alemanno. Fausto Orsomarso è tra i sei quarantenni che hanno firmato il manifesto programmatico della Fondazione (nel cui Cda siede un’altra vecchia conoscenza della destra calabrese, l’ex senatore Giuseppe Valentino) che ha come principale obiettivo quello di riportare in vita la creatura dell’ex presidente della Camera. Con lui ci sarebbero Scopelliti e una serie di dirigenti reggini rimasti orfani di una casa politica dopo il divorzio traumatico dal Nuovo centrodestra di Alfano. Wanda Ferro, invece, non ha ancora deciso. L’ex presidente della Provincia di Catanzaro attenderà fino all’ultimo di capire se ancora esistono i margini per ridare smalto a Forza Italia, che qui come nel resto del Paese rischia di rimanere schiacciata tra l’iperattivismo di Salvini e quello del Movimento 5 Stelle.
A proposito di Forza Italia, nessuno riesce a capire cosa farà Pino Galati. Il deputato non chiude a Fitto, strizza l’occhio al neonato gruppo di Verdini e assicura che rimarrà nel partito accanto a Silvio Berlusconi. Posizioni inconciliabili? Sarà. Di certo c’è il ritrovato feeling con Jole Santelli. Con quest’ultima che nel furente scontro tra Galati e Tallini sui finanziamenti alla Fondazione “Calabresi nel mondo” (presieduta dal primo) non ha esitato a schierarsi dalla parte del deputato.
Ci sarebbe, ma qui il condizionale è d’obbligo, anche il Nuovo centrodestra. Gli aut aut lanciati nei confronti del centrosinistra di Oliverio da parte di Tonino Gentile si sono rivelati un falso allarme. È bastata una chiacchierata, lontana da occhi indiscreti, con Marco Minniti per riportare il sereno. E per rinnovare un patto istituzionale che ha consentito all’attuale maggioranza di eleggere per due volte un presidente del Consiglio con la maggioranza dei due terzi.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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