REGGIO CALABRIA «Due milioni di persone sono emigrate, in dieci anni, dal Sud verso Nord. Un vero e proprio ascensore sociale monodirezionale, spesso senza ritorno, intriso di storie drammatiche di distacco da famiglie e affetti ed è il segno più evidente del fallimento di un intero sistema politico, economico e sociale. In questo contesto del Sud, la Calabria è il Mezzogiorno del Mezzogiorno e, mentre accoglie migranti, perde i propri figli e le proprie risorse». Lo afferma il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Alessandro Nicolò, che aggiunge: «Non ci stupiscono gli impietosi dati Svimez che rappresentano statisticamente quello che più volte noi sosteniamo e ribadiamo invano a chi non ha occhi per vedere ed orecchie per sentire: il Sud è abbandonato a se stesso. Sempre più famiglie sono costrette a vivere sotto la soglia del livello di povertà, la percentuale di disoccupazione è da allarme sociale e interi contesti urbani si sono svuotati tanto da essere definiti paesi fantasma».
«L’Italia – aggiunge Nicolò – è sempre più marcatamente spaccata in due, ormai da una condizione non solo economica ma soprattutto sociale evidente. Ed il governo Renzi continua inesorabilmente ad orientare la sua azione politica verso il Nord produttivo e competitivo cancellando dalla propria agenda politica la Calabria che non chiede assistenzialismo, ma piuttosto interventi finalizzati a recuperare il gap esistente attraverso investimenti sulle infrastrutture, sui trasporti e sulle politiche economiche. Il governatore Oliverio – conclude il capogruppo di Fi – deve rappresentare le istanze che provengono dal mondo reale e pretendere seri provvedimenti per fare uscire dall’emarginazione un intero sistema gravato da un carico fiscale insopportabile a fronte di servizi a volte inesistenti. Ed allora o si programmano interventi strutturali che rimettono in equilibrio le condizioni economiche e sociali di partenza o si prevede un sistema di defiscalizzazione dell’imprenditoria calabrese costretta a pagare due volte lo scotto del sottosviluppo».
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