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Il Garante: comportamenti illegittimi della Regione

REGGIO CALABRIA «Il degrado della struttura per minori Unitas Catholica di Reggio Calabria scaturisce dai comportamenti illegittimi del dipartimento 6 della Regione Calabria che sottrae ai comuni l…

Pubblicato il: 01/08/2015 – 15:37
Il Garante: comportamenti illegittimi della Regione

REGGIO CALABRIA «Il degrado della struttura per minori Unitas Catholica di Reggio Calabria scaturisce dai comportamenti illegittimi del dipartimento 6 della Regione Calabria che sottrae ai comuni le funzioni di accreditamento». È quanto dichiara il Garante per l’infanzia della Calabria, Marilina Intrieri. Che ricorda: durante l’ultimo tavolo di maggio con la giustizia minorile «il presidente Oliverio ha preso atto e trasferirà ai Comuni delle somme per le rette alle strutture».
«Le condizioni di estremo degrado in cui sono costretti a vivere i minori ospiti della Unitas Catholica – continua – scaturiscono dal fatto che in assenza di presupposti di legge il dipartimento 6 della Regione Calabria procede all’accreditamento, quindi contra legem, di strutture socio assistenziali alle quali dovrà corrispondere somme anche con conseguente danno erariale. Ciò comporta il mancato esercizio dei poteri di controllo sulle strutture da parte del dipartimento regionale quando viene collocato un minore in esecuzione di un provvedimento giudiziale, con conseguente violazione di fondamentali diritti minorili. È da respingere, perché gravemente lesiva del diritto alla dignità dei minori, la grave discriminazione contenuta nel comunicato dagli uffici regionali (e per cui mi riservo segnalazione al presidente) sul ricovero nella struttura Unitas catholica di minori stranieri piuttosto che italiani. I fanciulli sul territorio italiano godono degli stessi diritti e gli uffici regionali deputati devono adempiere ai propri compiti di controllo, chiunque siano i minori ospiti, ai sensi della normativa vigente».
«Nel corso degli anni – ricorda Intrieri – abbiamo più volte segnalato l’illegittimo comportamento del dipartimento regionale che sottrae le funzioni amministrative di accreditamento delle strutture attribuiti ai Comuni per legge. Tutto ciò comporta equivoci nell’esercizio dei poteri di controllo e le strutture il più delle volte restano senza controllo alcuno.
Anche se la Regione procede illegittimamente, in maniera diretta all’accreditamento di strutture, i Comuni restano competenti al controllo ma la regione deve anche trasferire le somme delle rette.il pagamento del servizio infatti dovrà mensilmente avvenire solo dopo le opportune verifiche dell’avvenuto servizio. Tutto questo oggi invece non avviene.
Abbiamo rappresentato tali illegittimi comportamenti della burocrazia regionale al presidente Oliverio al tavolo dell’11 maggio con la giustizia minorile ricevendo assicurazioni che la giunta regionale procederà a trasferire subito le deleghe e le somme delle rette ai comuni nel rispetto dell’articolo 13 della legge regionale 23 del 2003.

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