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La Procura di Reggio indaga sul Museo della 'ndrangheta

REGGIO CALABRIA L’ex presidente del Museo della ‘ndrangheta – oggi Osservatorio sulla ‘ndrangheta – Claudio La Camera, è indagato dalla Procura di Reggio Calabria per truffa aggravata ai danni dell…

Pubblicato il: 01/08/2015 – 9:49
La Procura di Reggio indaga sul Museo della 'ndrangheta

REGGIO CALABRIA L’ex presidente del Museo della ‘ndrangheta – oggi Osservatorio sulla ‘ndrangheta – Claudio La Camera, è indagato dalla Procura di Reggio Calabria per truffa aggravata ai danni dello Stato, falsità ideologica e appropriazione indebita per presunte irregolarità nella gestione dei finanziamenti pubblici ricevuti. Lo scrive il Fatto Quotidiano. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza parte dei finanziamenti pubblici ricevuti dal Museo sarebbero stati utilizzati da La Camera per viaggi non autorizzati e spese non attinenti con l’attività della struttura, tra le quali la riparazione di un’automobile, l’acquisto di un i-pad, di pinze per il bucato, di oggetti di modellismo e anche di un pollo di gomma per fare giocare un cane, oltre a cibo per animali.
I finanzieri hanno anche segnalato alla Procura della Repubblica i componenti dell’ex giunta regionale di centrodestra guidata da Giuseppe Scopelliti per concorso in abuso d’ufficio in relazione alle delibere di giunta con cui sono stati stanziati i finanziamenti in favore del Museo della ‘ndrangheta diretto da La Camera. Nell’elenco ci sono tutti gli assessori della giunta Scopelliti: Antonella Stasi, Mario Caligiuri, Luigi Fedele, Pino Gentile, Giacomo Mancini, Franco Pugliano, Francescantonio Stillitani, Mimmo Tallini, Michele Trematerra e, ovviamente, l’ex governatore. Ma il quadro si apre anche a tre dirigenti regionali dell’epoca, che avrebbero firmato atti finiti nel mirino della Procura di Reggio Calabria. E si estende fino ai funzionari della Provincia di Reggio Calabria i cui atti hanno consentito all’associazione “Antigone-Museo della ’ndrangheta” di ottenere finanziamenti per complessivi 856mila euro tra il 2007 e il 2012. Quasi 800mila di questi – 525mila ottenuti dalla Provincia di Reggio Calabria e 268mila dalla Regione –, secondo le investigazioni della Guardia di finanza, sarebbero stati erogati per «spese non attinenti». Un paio di esempi: per il primo anno del progetto, finanziato dalla Provincia di Reggio Calabria il «contributo non spettante» ammonterebbe a 69.907 euro su un totale di 79.950. Nel 2009 va ancora “meglio”: 39.350 euro su 40.680 sarebbero stati erogati indebitamente. A La Camera viene contestato di aver messo in piedi un vero e proprio “sistema”: un «modus operandi illecito», così lo definiscono gli inquirenti, che avrebbe portato all’acquisto di «documenti di spesa per viaggi di cui non viene indicato né il fruitore, né la data, né il periodo e, dunque, impossibili da ricondurre a qualsivoglia attività prevista o meno in sede di proposta»; di «documenti di spesa per l’acquisto di oggetti destinati palesemente» al suo «uso personale».
Questo “sistema”, secondo gli investigatori, per alimentarsi faceva riferimento alla politica ma aveva bisognosi contatti anche in altri settori per sostenersi, ottenere visibilità e apparire. Nelle carte messe dai finanzieri a disposizione dei pm di Reggio Calabria Gaetano Paci e Giuseppe Lombardo, compaiono anche assegni intestati a giornalisti, calabresi e no (ci sono 3.050 euro per la “iena” Luigi Pelazza, per una lezione sul giornalismo d’inchiesta e una conferenza sul gioco d’azzardo), e docenti universitari. C’è anche un lato “esotico” nell’inchiesta della Procura di Reggio: dalle fatture presentate emergono pernottamenti a Panama (805 euro per 5 notti a “Le Meridien”), Vienna, in Messico, in Perù.

p. p. p.

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