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Unitas sotto sequestro, i minori saranno trasferiti

REGGIO CALABRIA È stato parzialmente messo sotto sequestro preventivo il centro per minori dell’Unitas Catholica, la struttura su cui il Corriere della Calabria ha acceso i riflettori documentando …

Pubblicato il: 01/08/2015 – 12:58
Unitas sotto sequestro, i minori saranno trasferiti

REGGIO CALABRIA È stato parzialmente messo sotto sequestro preventivo il centro per minori dell’Unitas Catholica, la struttura su cui il Corriere della Calabria ha acceso i riflettori documentando le condizioni di profondo degrado in cui vivevano oltre quaranta ragazzini dai 9 ai 17 anni, in larga parte reduci dai viaggi della speranza con cui tanti cercano di scalare la fortezza Europa.

In seguito al blitz interforze messo a segno ieri da diversi reparti della polizia di Reggio Calabria, insieme agli uomini della polizia provinciale, il procuratore della Repubblica, Federico Cafiero de Raho, e l’aggiunto Gaetano Paci, di concerto con la Procura dei minori hanno disposto la chiusura delle palazzine che ospitavano i minori migranti, risultate assolutamente inadeguate, e il trasferimento dei ragazzi in altra struttura.
Nonostante il tentativo di alcuni operatori di occultare le disastrose condizioni in cui vivevano gli adolescenti, gli uomini della Questura hanno avuto modo di verificare e documentare con video e foto le drammatiche condizioni igienico-sanitarie in cui vivevano i minori, confinati in stanze sporche e sovraffollate di plessi devastati da incuria e mancanza di manutenzione, senza acqua calda né costante fornitura di corrente elettrica – più volte il voltaggio era stato ridotto per morosità – con impianti a vista, infissi e porte divelte e spazzatura ovunque. Dimezzato il numero degli educatori – a causa di una cronico ritardo nella corresponsione delle spettanze che ha spinto la maggior parte degli operatori a presentare le dimissioni – i minori passano gran parte della giornata da soli, senza che nessuno li curi. Finito l’anno scolastico, in molti hanno scelto di provare a lavorare, pur di avere quel budget minimo che permetta loro di fare dei piccoli acquisti: una scheda telefonica per chiamare a casa, prodotti per l’igiene personale, cibo. Anche i pasti completi all’Unitas non esistevano più da tempo.

«La maggior parte delle sere finivano per mangiare pane raffermo, pomodoro e cipolla», confessa una delle lavoratrici della struttura, mentre i volontari della protezione civile – per mesi attivi nella palestra della struttura, dove fino a ieri venivano temporaneamente alloggiati i migranti soccorsi nel Mediterraneo e accolti a Reggio Calabria – rivelano che più volte si è presentato da loro uno dei ragazzi per elemosinare un pasto. «Un lager» – per alcuni degli operatori che più volte ne hanno denunciato le condizioni disastrose – da cui i ragazzi saranno portati via.

 

LA REGIONE SI MUOVE Una situazione limite su cui oggi la Procura – che allo scopo ha aperto un fascicolo – ha deciso di fare piena luce. Allo scopo, già ieri la Polizia provinciale ha visionato e acquisito carte e documenti che riguardano la gestione del centro e adesso verranno passate al setaccio. Nel frattempo, anche la Regione – con cui la Unitas Catholica è in convenzione – si è mossa. Nei giorni scorsi, su input dell’assessore Roccisano, in struttura si sono presentati gli ispettori per verificare la conformità di locali e ambienti con quanto previsto dall’accordo con l’ente. Sebbene il verbale sia «in corso di redazione» – informa una nota della Regione – sono state rilevate «alcune irregolarità nella effettuazione dei servizi da parte della struttura e che sarà oggetto di adeguata valutazione circa il mantenimento del regime di accreditamento, anche a seguito degli eventuali rilievi di competenza dei Nas e degli uffici sanitari».

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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