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Fassina: «Basta parole. Occorre politica economica»

BOVALINO Per affrontare i problemi del Mezzogiorno, evidenziati dallo Svimez, «bisognerebbe chiudere la stagione degli interventi elettorali e cominciare a fare politica economica per lo sviluppo»….

Pubblicato il: 02/08/2015 – 18:34
Fassina: «Basta parole. Occorre politica economica»

BOVALINO Per affrontare i problemi del Mezzogiorno, evidenziati dallo Svimez, «bisognerebbe chiudere la stagione degli interventi elettorali e cominciare a fare politica economica per lo sviluppo». Lo ha detto Stefano Fassina oggi in Calabria partecipando a Bovalino ad una iniziativa politica.  «Voglio ringraziare lo Svimez – ha aggiunto – perché  è l’unica istituzione che riesce a portare a livello nazionale la questione meridionale. È un grande merito, altrimenti neanche si parlerebbe del dramma. Bisogna cambiare radicalmente l’agenda di politica economica. Quella europea ha i vincoli che conosciamo ma almeno negli spazi di manovra di nazionale bisognerebbe cominciare. Avere come priorità l’abolizione della Tasi quando metà del Paese è nelle condizioni documentate dallo Svimez vuol dire fare un’operazione elettorale non per lo sviluppo; promettere di tagliare a pioggia le imposte sui profitti vuol dire fare un’operazione elettorale. Bisognerebbe invece intervenire in modo selettivo sulle tasse sulla casa per eliminarla ai redditi più bassi e sulle tasse sui profitti per abbassarle a chi fa investimenti. Inoltre bisogna finanziare gli investimenti dei comuni nelle piccole opere ed un reddito minimo di inserimento per contrastare la dilagante povertà in particolare nel mezzogiorno. Se però l’agenda di politica economica rimane sintetizzata sui provvedimenti elettorali il prossimo anno Svimez presenterà rapporto con una situazione ancora più drammatica». Sulle riforme di Renzi ha affermato : «Le riforme vanno fatte, ma va cambiato il testo. Si può chiudere molto in fretta nel momento in cui il presidente del Consiglio riconosce che il pacchetto Italicum-revisione del Senato è squilibrato. Quindi si fanno passaggi parlamentari e poi referendum, ma si devono fare correzioni profonde. Il pacchetto revisione del Senato-Italicum – ha aggiunto Fassina – è squilibrato in termini di garanzia costituzionale e va riequilibrato, attraverso l’elezione diretta dei cento componenti del Senato, e l’attribuzione al Senato dell’elezione di due dei cinque giudici costituzionali che sono di competenza parlamentare, attraverso modifiche che evitino di arrivare ad un sistema presidenziale senza contrappesi. Perché l’attuale pacchetto di fatto porta ad un presidenzialismo senza contrappesi. Quindi il presidente del Consiglio dovrebbe raccogliere le proposte che vengono dal Parlamento, da una parte del Pd e dell’opposizione, per chiudere in fretta. Non è questione di ritardare. Temo che certe promesse elettorali di Renzi sulle tasse sulla casa aggraveranno la situazione dell’imposizione fiscale nei Comuni evidenziata nei giorni scorsi dalla Corte dei Conti. La situazione evidenziata dai giudici – ha aggiunto – è  conseguenza dei tagli orizzontali che anche il governo Renzi ha fatto come Monti, in maniera brutale. Lo scorso anno, quando discutemmo della legge di stabilità, avvertimmo che i tagli erano insostenibili e che i comuni sarebbero dovuti ricorrere a aumenti delle imposte. Purtroppo è puntualmente avvenuto. I trasferimenti ai Comuni sono stati ridotti in modo significativo. Dopo di che ci sono servizi essenziali che nessun sindaco potrà mai tagliare, come asili, assistenza a persone in difficoltà. Trovandosi di fronte all’alternativa tra chiusura del servizio e aumento delle tasse è costretto ad aumentare le tasse. Oggi – ha concluso Fassina  – si avviano una dozzina di comitati locali territoriali con tanti giovani sindaci, tanti amministratori di qualità che non hanno potuto avere il Pd come partito di riferimento, hanno fatto liste alternative, hanno vinto le elezioni ed ora si uniscono al progetto che portiamo avanti a livello nazionale per costruire un partito che possa tornare a rappresentare il lavoro, lo sviluppo dei territori più in difficoltà, la piccola impresa che faticosamente cerca di andare avanti, quei tanti pensionati che vivono sulla soglia di povertà. Oggi, a Bovalino c’è stata una grande assemblea, molto partecipata. Questi comitati saranno un punto di riferimento importante per affrontare anche la questione meridionale da Roma». 

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