REGGIO CALABRIA «I Bronzi non si muovano da qui». Sono state consegnate nel Museo di Reggio Calabria le firme della petizione promossa dal Comitato per la valorizzazione e la tutela dei Bronzi di Riace. Le sottoscrizioni, raccolte su firmiamo.it, sono state affidate al segretario regionale dei Beni culturali e responsabile del Museo, Salvatore Patamia. Alla base dell’iniziativa una convinzione: i Bronzi sono beni «identitari e inamovibili». Altra richiesta: la riapertura totale del Museo.
«I Bronzi di Riace – spiegano i componenti del comitato – sono i beni identitari del Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria – come lo sono la Gioconda per il Louvre e la Venere di Botticelli per gli Uffizi – e sono altresì fragilissimi. Per queste due valide ragioni non possono essere spostati dalla loro sede, che deve invece essere ulteriormente valorizzata con la totale riapertura delle sale museali». A chiederlo sono stati 10.789 firmatari e numerosi sostenitori da tutto il mondo che hanno mostrato il proprio supporto sulle pagine social del Comitato stesso.
«La consegna dei risultati della petizione su Firmiamo.it – continuano – ha rappresentato un utile momento di dialogo tra i promotori dell’iniziativa Francesco Alì e Pasquale Amato (Comitato Bronzi-Museo Reggio Calabria) e il ministero per i Beni e le Attività culturali, al fine di consolidare una volta per tutte l’inamovibilità dei Bronzi di Riace. Qualsiasi ipotesi di spostamento è difatti da considerarsi chiusa per sempre per due solide ragioni: 1. i due capolavori di inestimabile valore mondiale sono i beni identitari del Museo archeologico nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria (che senza di essi perderebbe la sua più ragguardevole forza attrattiva) e il maggiore attrattore, in simbiosi col Museo, dell’intera Calabria in tutto il mondo; 2. la loro estrema fragilità comporta un alto rischio di danni in caso di movimentazioni anche minime, documentata dalle relazioni dei Restauratori e dei Soprintendenti in oltre 40 anni e definitivamente confermata dalla commissione tecnico-scientifica di esperti esterni e interni al Mibac nominata nel 2014 dal Ministro Franceschini».
Sul punto Salvatore Patamia, parlando a nome del ministro Franceschini, ha dichiarato: «C’è la relazione della Commissione tecnica nominata da Franceschini che ha vietato lo spostamento dei Bronzi di Riace perché muoverli è un rischio. D’altra parte la Gioconda non si è mai spostata dal Louvre (di cui è considerata bene identitario e inamovibile). Le persone vengono a Reggio e in Calabria innanzitutto per i Bronzi. Il Museo di Reggio e i Bronzi hanno polarizzato i flussi turistici della Regione. Tant’è vero che, con i circa 200mila visitatori dello scorso anno il Museo reggino è stato il più visitato nel Mezzogiorno, e mi piace sottolineare che il libro dei commenti a disposizione dei visitatori in realtà è pieno di complimenti, a cominciare dagli stranieri.
Altro tema affrontato durante l’incontro è stato quello della riapertura totale del Museo Nazionale della Magna Grecia, attualmente disponibile al pubblico solo in parte. Il Dott. Patamia ha spiegato”il ritardo con la necessità di selezionare e aggiornare l’enorme mole di reperti” e ha annunciato come possibile scadenza, dalla quale cittadini e turisti potranno godere di tutti i tesori della struttura piacentiniana, quella del prossimo autunno. Sul punto il Comitato Bronzi-Museo (che con la petizione ha sempre insistito sull’importanza fondamentale del riallestimento dell’intera collezione museale e dell’apertura totale del Museo) si è impegnato a verificare i vari step che saranno fatti sollecitando e vigilando perché questa scadenza sia rispettata.
L’incontro è stato concluso da una relazione del restauratore della Soprintendenza archeologica della Calabria Cosimo Giorgio Schepis, autore nel Palazzo Campanella del terzo ed ultimo restauro assieme a Paola Donati dell’Istituto centrale del restauro. Schepis ha rivissuto e ricostruito – col supporto della proiezione di una ricca e inedita documentazione fotografica – lo stato di rischio in cui sono state trovate le opere e le modalità adottate per una ripuliturameticolosa che ne ha fermato il processo di degrado e le ha riportate a nuova vita. La sua relazione, seguita anche da visitatori provenienti da altre parti d’Italia, ha avuto il merito di rendere tutti edotti dell’estrema fragilità dei Bronzi e della saggia e ovvia presa d’atto della loro inamovibilità. “Sono troppo unici e preziosi – ha concluso Schepis – per correre il rischio di farli disintegrare».
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