Soltanto perché innamorato della verità e non per perseguire qualsivoglia altra finalità, intervengo – in primis – per formulare le mie sincere congratulazioni al presidente Irto per la elezione all’alto soglio consiliare, certamente foriera di ulteriori e più prestigiosi traguardi, ed in secundis per dissentire deferentemente rispetto ai peana intonati per inneggiare alla pubblicazione sul sito della Regione delle situazioni patrimoniali dei Consiglieri Regionali. Spacciata, con agghiacciante disinvoltura, così come già avvenuto per la costituzione di parte civile nei processi di mafia, per “svolta epocale” ancorché stantia di ben vent’anni. Nulla di più falso e demagogico poiché non è il Presidente Irto ma la Legge Regionale n. 24 del 24/09/2010 che attraverso l’art. 7, per garantire il diritto di accesso dei cittadini, “dispone la pubblicazione delle situazioni patrimoniali dei soggetti di cui agli artt. 2, 3, 4 (estese anche ai familiari ed ai parenti consenzienti) della stessa legge nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria”; aggiungendo al secondo comma che “il Consiglio Regionale e la Giunta Regionale pubblicano sui rispettivi siti web il numero e la data del BURC contenente le dichiarazioni previste dagli art. 2, 3, 4 della presente legge”. Prevedendo addirittura anche a carico dei Consiglieri cessati dalla carica (art. 4) l’obbligo di “depositare presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale una dichiarazione concernente le variazioni della situazione patrimoniale intervenute dopo l’ultima attestazione”. Anche questa volta quindi Magorno e dintorni arrivano secondi rischiando di insidiare seriamente il mitico Toto Cotugno eterno secondo ai Festival di San Remo. Del resto, l’Avv. Giovanni Fedele, Dirigente del Consiglio Regionale può riferire con quanto scrupolo sia stato affrontato nella decorsa Legislatura questo delicatissimo problema nel cui contesto ove dovesse veramente ritenersi una svolta epocale l’estensione della pubblicazione al sito on-line bisognerebbe chiedersi perché l’ottimo ex Presidente Scalzo non abbia avvertito la stessa sensibilità che ha folgorato il giovane Irto. Eminente espressione dell’ormai dilagante giovanilismo rottamatore la cui corrente di pensiero rischia non solo di penalizzare il presente ma anche e soprattutto di spegnere il futuro. Si governa con l’ingegno e non con l’età! Irto non ha aperto alcuna porta ma si è semplicemente infilato in quella già da tempo spalancate di chi lo ha preceduto garantendo la stessa trasparenza ma rifuggendo dal ricorso a qualsiasi opzione mediatica strumentalmente coreografata in una cornice scandita da innumerevoli problemi. Soprattutto sul versante occupazionale settore che aspetta risposte adeguate indipendentemente dal fatto che dette tematiche siano state ereditate o meno dalla precedente esperienza politica.
L’aspetto invece che preoccupa è l’accoglienza tiepida riservata dal pianeta politico calabrese all’annuncio dell’assessore Roccisano – questo sì “epocale” – teso alla formalizzazione della costituzione di parte civile in tutti i processi che si dovessero celebrare a carico di imprenditori fraudolenti, burocrazia compiacente e quant’altro utile a consentire l’accesso-truffa a qualsivoglia forma di finanziamento pubblico con diffusissima, successiva distrazione dei fondi anche legittimamente ottenuti. Le somme di cui agli importi dei provvedimenti decadenziali assunti, sull’argomento, dall’ex dirigente generale della Regione Calabria – oggi prefetto della Repubblica – per un importo che sfiora i quaranta milioni di euro (tanto per fare un esempio) non sono stati recuperati né dall’ex giunta Scopelliti tantomeno da quella in carica. Forse a causa della stessa distrazione che ha impedito circa un mese addietro alla Regione Calabria guidata dal presidente Oliverio di costituirsi parte civile nel processo bis a carico dell’ex consigliere Rappoccio imputato di peculato ai danni dei cittadini calabresi. A questo punto, conclusivamente, avverto il dovere di segnalare all’assessore Roccisano (che si muove abbastanza e anche bene) l’opportunità di guardarsi attorno poiché da queste parti sono di moda utilissime trasversalità consociative nel cui contesto la qualità preoccupa per cui è fatalmente destinata all’isolamento; al contrario della mediocrità che per essere tale tranquillizza tutto e tutti perché facilmente controllabile in un ottica diabolica e perversa che, con esercizi di quotidiana codardia, esalta “l’otium contemplativo” che non conosce frontiere.
* ex consigliere regionale
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