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Zero fondi dal ministero sulla cultura, ma è (anche) colpa nostra

Dobbiamo riuscire ad avere di più dallo Stato. Senza rinunciare a fare le proposte, dimostrando di credere in noi stessi.C’è qualcosa su cui vale la pena di riflettere. Riguarda il vuoto di prospet…

Pubblicato il: 05/08/2015 – 17:13
Zero fondi dal ministero sulla cultura, ma è (anche) colpa nostra

Dobbiamo riuscire ad avere di più dallo Stato. Senza rinunciare a fare le proposte, dimostrando di credere in noi stessi.
C’è qualcosa su cui vale la pena di riflettere. Riguarda il vuoto di prospettive su cui riuscire a sviluppare un’idea di cultura per la Calabria. È terra di interesse archeologico straordinario, da Sibari a Caulonia, Lamezia e Crotone… di prezioso artigianato sacro e profano, da san Giovanni in Fiore a Seminara e Squillace… di patrimoni archivistici e storici risalenti ai tempi antichi. Ci sono fondazioni riconosciute che prendono il nome di autori illustri del novecento letterario italiano, come Corrado Alvaro e Vincenzo Padula e altre dedicate a pietre miliari del medioevo come il Centro studi internazionale “Gioacchino da Fiore”.
Ma a giudicare dalla tabella approvata dal ministero lo scorso 30 luglio, nessuna istituzione né associazione ha proposto valide attività da ottenere un contributo ai sensi della Legge nazionale 354/1996. Neppure in occasione del Centenario della Grande Guerra e dei tanti eventi che hanno radici nella storia locale è avanzata una qualche proposta organica degna di questo nome, oppure nessuna ha trovato il corretto supporto politico e istituzionale. Eppure una regione come la Calabria, dopo anni di persistente sottosviluppo, incluso quest’ultimo anno bollato come il peggiore dai dati dello Svimez, potrebbe e dovrebbe fare molto di più che cianciare una qualunque via d’uscita.
Potrebbe, tanto per iniziare, recuperare un’idea di cultura che non sia quella patinata e di passerella a cui la regione ha sottaciuto sotto l’egida Scopelliti. Potrebbe la Calabria almeno preoccuparsi di non perdere l’identità, senza rinunciare ai propri valori e alla propria civiltà. Greca, normanna, bizantina, l’ora della Calabria sta per scadere nella fauci di una cultura del disvalore, che guarda al Sud ispirandosi all’insostenibile miopia dell’avere: abbiamo di meno, questo è certo. Ma siamo molto di più di quello che possiamo. Abbiamo la mafia ma non siamo tutti mafiosi. Manca, va detto, un sussulto di dignità della politica, ma forse non è originale né veritiero additare unicamente la politica. Le responsabilità sono anche di quelle istituzioni e di quei cittadini che sopportano passivamente, senza “resistere”, mentre pesa diffusamente, come un macigno, una burocrazia male organizzata, dedita allo scaricabarile, buona solo a preservare se stessa capovolgendo con metodo il principio “vinca il migliore”.
Ecco perché da queste parti i giovani guardano altrove per trovare una strada che non sia una strettoia o un vicolo cieco.
Ora, la tabella dei contributi ai programmi culturali resterà invariata: alla voce Calabria scrivo zero e riporto zero. La Calabria non è pervenuta nonostante ne avesse tutte le prerogative. Non è un de profundis ma è sicuramente l’ora del mea culpa.
La maxima culpa sarebbe rinunciare di fare il nostro dovere e fare qualcosa di molto più importante che recitare semplicemente l’atto di dolore. Dobbiamo dimostrare con i fatti di sapere puntare sulla tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale della Calabria affinché se ne rafforzi la conoscenza diventando finalmente un grande polo di attrazione turistica destagionalizzata e in grado di accogliere visitatori da tutto il mondo.
Non sarebbe male se i due guerrieri di bronzo diventassero il simbolo positivo di una Regione che si rialza e che costruisce il futuro difendendo il diritto a nuovi investimenti su infrastrutture e innovazione senza rinunciare alla sua anima, al suo passato, alla sua identità. In questo caso, è d’obbligo segnalare al presidente della Regione Calabria che se non vogliamo essere commissariate anche sulle politiche culturali conviene organizzarci con una certa determinazione.

 

*ex consigliere comunale di Lamezia Terme

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