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Asi Cosenza, chiesto il rinvio a giudizio per Tommasi e Frasca

COSENZA Il pm della Procura di Cosenza, Domenico Assumma, ha chiesto il rinvio a giudizio per le tre persone indagate nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione dell’Asi (il Consorzi…

Pubblicato il: 06/08/2015 – 17:10
Asi Cosenza, chiesto il rinvio a giudizio per Tommasi e Frasca

COSENZA Il pm della Procura di Cosenza, Domenico Assumma, ha chiesto il rinvio a giudizio per le tre persone indagate nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione dell’Asi (il Consorzio di sviluppo industriale) di Cosenza. Il rinvio a giudizio è stato chiesto per l’ex presidente Diego Tommasi, per l’attuale direttore generale Stefania Frasca e per il responsabile dell’area contabile Carlo Antonio Rango. I reati contestati, a vario titolo agli indagati, sono truffa, falsità documentale e abuso d’ufficio. Le indagini sono iniziate nel 2013 e prendono in considerazione tutto il 2014. Secondo quanto è emerso, tramite false dichiarazioni la direttrice del Consorzio si sarebbe autoassegnata incrementi dei suoi compensi e sia lei che l’ex presidente si sarebbero fatti liquidare rimborsi sulla base di una semplice autodichiarazione.

Secondo l’accusa, Frasca e Tommasi «in concorso tra loro, con artifici o raggiri, avrebbero indotto in errore l’ufficio Ragioneria del Consorzio Asi di Cosenza, che quindi, conformandosi alla falsa delibera n. 9 del comitato direttivo del 19/10/2010, erogava al direttore generale Stefania Frasca la retribuzione mensile maggiorata del 15% netto, si procuravano un ingiusto profitto pari alla somma di 123.900 euro lordi (surplus lordo della retribuzione corrisposta), pari alla retribuzione netta di 60.479 euro, con pari danno per l’ente pubblico. Con l’aggravante di aver cagionato alla persona offesa un danno patrimoniale di rilevante gravità”. Inoltre, avrebbero indotto in errore l’ufficio Ragioneria dell’ente pubblico Consorzio Asi di Cosenza, che quindi, conformandosi alla falsa delibera n. 10 dell’assemblea generale del 27/06/2009, erogava al presidente del Consorzio Diego Tommasi un rimborso spese forfettario nella misura mensile del 30% netto dell’indennità mensile allo stesso spettante, si procuravano un ingiusto profitto pari alla somma di 96.521 euro lordi, pari alla indennità netta di 49.935 euro, con pari danno per l’ente pubblico, che peraltro, al contempo, corrispondeva a Tommasi, sempre a titolo di rimborso spese, ma in tal caso documentate, la somma complessiva netta di 60.394 euro». 

Accuse che gli indagati hanno sempre respinto. In particolare il direttore Frasca, nei giorni successivi all’inchiesta, ha reso noto – attraverso una conferenza stampa – la sua versione dei fatti snocciolando dati e numeri rispetto alle accuse contestate dalla Procura. 

 

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