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Fogna in mare, indagato il sindaco di Paola

PAOLA Tre sversamenti poderosi di liquami finiti direttamente in mare. Con valori d’inquinamento decisamente al di sopra del limiti di legge. Quello che hanno scoperto gli uomini della Capitaneria …

Pubblicato il: 06/08/2015 – 9:53
Fogna in mare, indagato il sindaco di Paola

PAOLA Tre sversamenti poderosi di liquami finiti direttamente in mare. Con valori d’inquinamento decisamente al di sopra del limiti di legge. Quello che hanno scoperto gli uomini della Capitaneria di Porto di Paola e del nucleo ambiente della locale Procura della Repubblica ricalca un copione, in realtà già visto: depurazione fantasma e, conseguentemente, liquami non trattati che terminano prima in un torrente e successivamente nel Tirreno cosentino. Nella chiusura indagine che ha portato ad emettere tre avvisi di garanzia nei confronti del sindaco di Paola, Basilio Ferrari, del responsabile tecnico dello stesso comune Graziella Marra e di Marcelo Forte, legale rappresentate della Lao pools (società di Scalea che gestisce dal 2012 il depuratore di Paola) c’è il prosieguo di un modus operanti che fa sì che di fatto la depurazione nella cittadina del San Francesco non avvenga. Diversi i reati contestati, tra cui per la prima volta l’inquinamento ambientale – norma varata appena due mesi addietro dal Parlamento – che prevede pene da da 2 a 6 anni e multe da 10.000 a 100.000 euro per chiunque abusivamente cagioni una compromissione o un deterioramento «significativi e misurabili» dello stato preesistente «delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo».

E nel caso di quanto avrebbero accertato gli inquirenti ci sarebbe stato un inquinamento delle acque pari a 80mila Ufc/ 100 ml (Unità formanti colonie/100 grammi acqua) di escherichia coli a fronte di 5mila previsti dalla normativa. In altre parole la fogna finiva direttamente nel torrente Licciardo e da qui in mare. In particolare, nel corso dei controlli avvenuti tra fine giugno e i primi di luglio scorso gli inquirenti avrebbero notato alcuni sversamenti – in almeno due casi – talmente inquinanti da far colorare il mare di nero. Ma i reati contestati al legale rappresentate della ditta che si è aggiundicata il servizio di idrico integrato di Paola (valore pari a circa 1,3 milioni di euro l’anno) vanno dalla frode nelle forniture al danneggiamento ambientale. Mentre al sindaco di Paola Ferrari e al responsabile dell’Ufficio tecnico sono stati contestati reati omissivi: non avrebbero vigilato sulla corretta gestione del depuratore paolano.
Ma nel mirino della Procura di Paola, coordinata da Bruno Giordano, potrebbero finire altri impianti. A destare particolare preoccupazione il depuratore di Tortora e quello di Scalea, costantemente monitorati dalle forze dell’ordine (guardia costiera e nucleo Ambiente della Procura) che nelle scorse settimane hanno fatto registrare già diverse anomalie nelle condotte sottomarine delle strutture. E non è escluso che anche in questo caso le indagini potrebbero portare a nuovi avvisi di garanzia.

 

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it

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