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Banda larga, l'allarme della Slc Cgil: «A rischio 2.500 posti di lavoro»

CATANZARO «Il finanziamento del progetto Bul (banda ultra larga) ha visto la Calabria come una delle regioni protagoniste della sperimentazione in Italia sulla implementazione della rete veloce. La…

Pubblicato il: 07/08/2015 – 10:29
Banda larga, l'allarme della Slc Cgil: «A rischio 2.500 posti di lavoro»

CATANZARO «Il finanziamento del progetto Bul (banda ultra larga) ha visto la Calabria come una delle regioni protagoniste della sperimentazione in Italia sulla implementazione della rete veloce. La professionalità e le competenze dei lavoratori calabresi del settore dell’impiantistica telefonica hanno permesso con velocità l’ampliamento del servizio di connettività veloce, fornendo a sempre più cittadini l’accesso alla rete Internet veloce. Progetto Bul che ad oggi si dimostra esempio virtuoso e di efficienza nella compartecipazione pubblico privato per la realizzazione di investimenti finanziati da fondi europei. Queste le buone premesse alla realizzazione al progetto che, in tempi celeri, permetterà la modernizzazione della regione Calabria, anche nelle aree interne». È quanto si legge in una nota della Slc Cgil Calabria, che però avanza alcune preoccupazioni riguardo agli impatti occupazionali del progetto.
«Telecom Italia – si legge ancora nella nota del sindacato – ha vinto il bando per la realizzazione della banda larga in tutte le regioni di Italia, Calabria compresa. Vista la mole di lavoro da gestire ha appaltato parte di queste attività ad importanti aziende del settore, che occupano migliaia di lavoratori. Il progetto Bul, oltre a dare importanti servizi ai cittadini, ha, infatti, permesso di garantire la tenuta occupazionale per molte aziende del settore delle tlc e nello specifico di quelle dell’impiantistica telefonica. Quanto però emergerebbe da alcune indiscrezioni ci fa fortemente preoccupare sulla tenuta degli appalti stessi e le possibili ripercussioni occupazionali. Che Telecom Italia sia impegnata in una “strana” vertenza ministeriale è risaputo, così come che l’azienda leader del settore in Italia abbia dichiarato esuberi, manifestando la volontà di voler accedere agli ammortizzatori sociali anche nel settore della rete. Le indiscrezioni sullo Spin off di Open Access rendono ancor più preoccupante il futuro per le lavoratrici ed i lavoratori del settore».
«In questo scenario – prosegue la Cgil – già oltremodo preoccupante, si starebbe innescando un fenomeno ancor più allarmante di rivisitazione in forte ribasso degli appalti che Telecom da in esterno. Ribassi che non permetterebbero alle aziende in outsourcing di reggere i costi del lavoro, e che potrebbero nei prossimi mesi ad avviare azioni di riduzione del personale. Pezzi importanti del settore dell’impiantistica telefonica e dell’outbound telefonico potrebbero sopperire sotto i colpi di questa corsa al massimo ribasso. Oltre 2500 sono gli addetti delle aziende del settore che in Calabria potrebbero andare in sofferenza se quanto sopra esposto fosse confermato. Urge quindi intervenire, coinvolgendo oltre che le aziende impattati anche le istituzioni, in particolare la Regione Calabria titolare del progetto Bul».
Secondo la Slc Cgil Calabria «Telecom usufruisce di fiumi di denaro pubblico per la realizzazione della rete veloce, non è pensabile pertanto che possa avviare un percorso di subappalti al di sotto del costo del lavoro. È quindi indispensabile – prosegue il sindacato – che anche le istituzioni intervengano fattivamente per regolamentare gli appalti del settore delle telecomunicazioni e mettere così in sicurezza migliaia di posti di lavoro. Chiediamo pertanto alla Regione Calabria di istituire nel breve termine un tavolo di confronto ove si avviano le basi per la regolamentazione degli appalti nel settore, così da prevenire drammi occupazionali che questa terra non può permettersi».
«Intervenire oggi – conclude la nota – significa prevenire ed evitare di affrontare successivamente crisi che metterebbero in ginocchio il settore e le casse dello Stato (ammortizzatori sociali). Il passato serva da lezione, non permetteremo che siano i cittadini a pagare due volte (finanziamenti in entrata a favore della occupazione e degli investimenti strutturali prima, e ammortizzatori sociali poi), anche perché la soluzione è possibile ottenerla preventivamente. La Regione Calabria istituisca un tavolo permanente assieme a parti datoriali e sociali per evitare che una cattiva gestione delle risorse pubbliche porti poi nuovamente a drammi occupazionali».

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