ROMA Dopo anni di crisi, per il momento clou delle vacanze all’italiana nel 2015 si prospetta il pienone, con crescita sostenuta delle presenze e dei soggiorni, anche grazie ai prezzi contenuti, se non diminuiti, nei confronti della stagione 2014. Ne sono convinti circa 500 aderenti alla Cna balneatori di cinquanta località marine italiane che hanno preso parte a una indagine per verificare lo stato di salute del turismo costiero del nostro Paese nel periodo 8/23 agosto, le due settimane più “calde” della stagione, quelle che orientano i conti dell’intero anno. «Gli aderenti alla Cna Balneatori che hanno partecipato all’indagine – spiega il responsabile nazionale Cristiano Tomei – hanno segnalato una crescita delle presenze, omogenea sul territorio nazionale, nell’ordine del 25 per cento rispetto a un anno fa. I risultati della stagione in corso potrebbero addirittura superare le performance del 2012, la migliore degli ultimi anni». L’incremento dei turisti sulle spiagge italiane rispetto a un anno fa viene previsto tra il 20 e il 30 per cento, anche se va tenuto conto delle pessime condizioni atmosferiche del 2014.
Le migliori performance sono attese in Abruzzo ed Emilia-Romagna. Aumenti consistenti si annunciano anche in confronto alle stagioni 2013 e 2012: vanno dal 15 per cento (Friuli-Venezia Giulia, Molise, Veneto) al 25 per cento (Abruzzo, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia). Non si tratta, però, di oscillazioni positive determinate dal turismo “mordi e fuggi”. Crescite significative sono previste anche per i soggiorni più lunghi. Le permanenze tra 7 e 10 giorni sono attese in aumento, rispetto al 2014, tra il 20 e il 30 per cento, con picchi in Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana. Lievemente inferiori le previsioni positive per i periodi di 10/15 giorni di presenza, che segnalano incrementi tra il 10 e il 20/25 per cento (Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia). Performance che hanno origine anche nella politica dei prezzi praticati dagli aderenti a Cna Balneatori coinvolti nell’indagine. Tariffe e listini esposti al pubblico evidenziano stabilità o addirittura diminuzione, come nel caso di Basilicata, Calabria, Campania, Molise.
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